Questo forse è uno dei più difficili da che la crisi, nel 2008, ha cominciato a mordere anche il Belpaese. Oltre ai mutui che restano al palo e alle sofferenze bancarie che non calano, c'è un dato ancor più preoccupante e delicato: a novembre, dopo oltre un anno di crescita continua, sono fuoriusciti dai conti correnti 11 miliardi di euro. In termini percentuali, in un mese i depositi sono calati del 6,1 per cento. Numeri enormi, che però vanno trattati con cautela: il 30 del mese infatti si paga l'anticipo Ires e le aziende attingono alle liquidità bancarie. Eppure il calo è notevole, più cospicuo di quanto ci si potesse attendere.
Il punto è che meno raccolta, ovvero depositi più leggeri, significano meno liquidità in cassa. Si pensi alle banche in difficoltà: come sottolinea Il Fatto Quotidiano, se per ipotesi la "Nuova Banca Marche", che raccoglie 14,3 miliardi, perdesse il 7% dei depositi, la cassa verrebbe dimezzata. Lo stesso per Carife ed Etruria, giusto per restare nel lotto degli istituti aiutati dal salva-banche del governo Renzi.
Il deflusso andrebbe così a incidere in modo significativo sul prezzo al quale queste banche potranno essere vendute per rimborsare il Fondo interbancario dal quale si è attinto per salvarle, poiché al netto degli 1,7 miliardi che si ipotizza di incassare cedendo le sofferenze, ne servono altri 1,8 miliardi (o, altrimenti, il sistema bancario ci perderà). Risulta lampante, dunque, che si il calo dei depositi venisse confermato in simili proporzioni lo scenario sarebbe assai più difficile da affrontare rispetto a quanto previsto fino ad oggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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