Anche dal Vaticano arriva la benedizione per il farmaco blocca-pubertà, e nella Chiesa si grida allo scandalo. Il placet è arrivato sotto forma di una intervista compiacente che il portale ufficiale vaticano Vatican News ha fatto alla filosofa del diritto Laura Palazzani, membro della Pontificia Accademia per la Vita e del Comitato Nazionale di Bioetica (Cnb). La Palazzani ha difeso la recente decisione dell'Agenzia del farmaco (Aifa) di inserire fra i medicinali erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale la molecola Trp-triptorelina, detta anche farmaco blocca-pubertà. In pratica, agli adolescenti ritenuti affetti da disforia di genere, ovvero che hanno difficoltà a identificarsi con il proprio sesso, sarà possibile somministrare a spese del contribuente questo farmaco che bloccherà per qualche anno un evento fisiologico fondamentale, la pubertà, in attesa che l'adolescente decida di che «genere» voglia essere.
Il caso riguarda l'Italia, ma la posizione sposata dal portale vaticano ha immediate ripercussioni a livello globale per la Chiesa, è in qualche modo un avallo dell'ideologia gender che a parole si dice di combattere. Certo, la Palazzani vuole mostrarsi prudente e moderata («il farmaco va usato solo in casi molto circoscritti, con prudenza, con una valutazione caso per caso»), ma la vera svolta è nell'accettare l'uso di un farmaco figlio di una ideologia che ribalta l'antropologia cattolica, la concezione dell'uomo che la Chiesa testimonia da duemila anni. È la solita strategia delle eccezioni che poi rapidamente diventeranno la regola.
C'è da dire che la posizione della Palazzani non è una novità e non è neanche da sola: come membro del Comitato Nazionale di Bioetica lei aveva già sottoscritto il parere favorevole pubblicato il 23 luglio 2018, che poi è servito all'Aifa per quest'ultima decisione. Già allora fu clamoroso che a dare parere favorevole furono anche i cattolici presenti nel Cnb: Bruno Dallapiccola del Bambin Gesù di Roma, Francesco D'Agostino, presidente dei Giuristi Cattolici, Lucio Romano, ex presidente di Scienza & Vita, Lucetta Scaraffia, editorialista dell'Osservatore Romano, Mariapia Garavaglia, ex ministro della Sanità, il filosofo Antonio Da Re e l'economista Massimo Sargiacomo. Unico voto contrario fu quello di Assuntina Morresi, docente di Chimica-Fisica da molti anni impegnata sul fronte della bioetica.
Già allora ci fu una dura reazione da parte di altri esperti cattolici: Scienza & Vita e il Centro Studi Rosario Livatino (formato da giuristi e magistrati) hanno presentato in novembre una serie di documenti e lo hanno ribadito in questi giorni - per dimostrare la pericolosità di questo farmaco per la salute mentale e fisica degli adolescenti.
Ma ora l'avallo che arriva da una fonte tanto autorevole del Vaticano cambia completamente la partita. Né si può ritenere che quella intervista compiacente sia uscita per una svista. Con l'arrivo di Andrea Tornielli a capo di tutti i media del Vaticano, l'informazione si è fortemente accentrata e non è pensabile che su un tema così delicato non si sia fatta una valutazione. Piuttosto l'uscita pare perfettamente in linea con la svolta impressa alla Pontificia Accademia per la Vita da monsignor Vincenzo Paglia. Non più uno strumento di ricerca e approfondimento per offrire tutte le ragioni possibili alla difesa della vita, come l'aveva pensata san Giovanni Paolo II, ma una sorta di forum in cui cattolici e no possano trovare punti d'incontro.
In realtà si è già dimostrato, e la vicenda della triptorelina lo conferma, che si tratta di una resa totale al mondo, alle ideologie dominanti. Lo ha spiegato molto bene lo psicologo Roberto Marchesini in un durissimo articolo pubblicato ieri da La Nuova Bussola Quotidiana.
Prima questione è già nella terminologia usata: «Leggo, ad esempio - dice Marchesini - che la somministrazione di questo farmaco riguarderà bambini che intendono cambiare sesso, e mi chiedo: come è possibile cambiare sesso? È possibile scrivere maschio anziché femmina sui documenti, e viceversa; è possibile somministrare ormoni sessuali; è possibile inserire protesi e asportare chirurgicamente organi sessuali a persone sane... ma ripeto - come è possibile cambiare sesso? Non abbiamo forse dei cromosomi sessuati in ogni cellula del nostro corpo? Come li cambiamo, con un virus? L'antropologia cattolica dice che l'uomo è sinolo (unione inscindibile) di anima e corpo; è possibile anche cambiare il sesso dell'anima?».
La Palazzani parla di uso del farmaco «in presenza di una profonda sofferenza dei ragazzi con psicopatologie psichiatriche». Risponde Marchesini: «E un farmaco è la soluzione? Nessuna domanda sul motivo di tali sofferenze, sul perché vivono forti disagi circa la loro corporeità maschile o femminile (...)? Nemmeno un dubbio sull'ambiente sociale nel quale crescono i nostri figli, sul modo in cui li educhiamo? La risposta a queste sofferenze è semplicemente di tipo chimico?». Lapidario il giudizio dell'esperto de La Nuova BQ: questo è «puro materialismo positivista che ben poco ha a che fare con il cattolicesimo».
Marchesini si domanda anche se questa sia «l'antropologia che viene insegnata all'Università Cattolica e alla Libera università Maria santissima assunta (Lumsa), istituzioni cattoliche con le quali collabora la professoressa Palazzani», cosa che solleva la domanda su a che cosa servano «le università cattoliche se è difficile distinguerle dalle equivalenti laiche».
E riguardo alla «benedizione» che arriva dalla fonte informativa ufficiale del Vaticano, Marchesini si chiede dunque se «la Chiesa accetta che non sia la vocazione, il progetto che Dio ha per ognuno di noi, ma il disagio circa la corporeità maschile e femminile a guidare lo sviluppo dei ragazzi». Il desiderio e le passioni che sostituiscono la ragione: «Si tratta di un ribaltamento completo rispetto all'antropologia della Chiesa, che ha sempre insegnato il dominio delle passioni e la guida della ragione, in grado di cogliere la realtà metafisica. Non è più così?», chiosa lo psicologo cattolico. «La Chiesa prosegue - ha sempre insegnato che non siamo ciò che siamo, ma ciò che dovremmo essere. La nostra vera natura è un progetto (la vocazione) da costruire. Ora, invece, siamo semplicemente ciò che desideriamo? Non abbiamo più una realizzazione, un telos, un compimento? (...) La vita è dunque disperazione e mancanza di senso?».
Drammatica la conclusione che se ne trae, di una Chiesa che volge le spalle al suo Dio per compiacere il mondo. Conclude Marchesini: «Il Logos, l'ordine provvidenziale del creato, si è fatto carne e ha abitato presso di noi; e guida la Chiesa, sua sposa. La Chiesa ha dunque tradito il Logos per adeguarsi al mondo?».
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