Vescovi contro il Papa su Amoris Laetitia. Ecco il nuovo documento

Tre vescovi kazaki hanno scritto un documento. Nel testo vengono sollevate ulteriori critiche ad "Amoris Laetitia". La contrapposizione dottrinale prosegue

Vescovi contro il Papa su Amoris Laetitia. Ecco il nuovo documento

I vescovi Tomash Peta, Jan Pawel Lenga, Athanasius Schneider hanno scritto un documento teso a ribadire l'indissolubilità del matrimonio e la contrarietà all'accesso ai sacramenti da parte dei divorziati risposati: "Non è lecito (non licet) giustificare, approvare o legittimare né direttamente, né indirettamente il divorzio e una relazione sessuale stabile non coniugale tramite la disciplina sacramentale dell’ammissione dei cosiddetti "divorziati risposati" alla Santa Comunione, trattandosi in questo caso di una disciplina aliena rispetto a tutta la Tradizione della fede cattolica e apostolica", scrivono gli uomini di Chiesa in questione, tutti appartenenti alla diocesi di Astana, in Kazakistan.

Il testo, che è intitolato "Professione delle verità immutabili riguardo al matrimonio sacramentale", ha un obiettivo neppure troppo nascosto: criticare "Amoris Laetitia" di Papa Francesco, ribadendo alcuni punti fermi della dottrina cattolica. Bergoglio aveva "chiuso" la pratica nello scorso dicembre quando, pubblicando negli atti ufficiali del pontificato una lettera all'episcopato argentino, aveva confermato l'interpretazione "estensiva" della discussa esortazione apostolica. Burke, Brandmueller, Caffarra e Meinser, cioè i cardinali che avevano sollevato i "dubia" sul testo del pontefice, non hanno ricevuto alcuna risposta in merito dalla Santa Sede. La "polemica", insomma, sembrava essersi conclusa definitivamente.

I tre esponenti dell'episcopato kazako, però, hanno rilanciato sul tema e dichiarato: "Come vescovi cattolici, i quali – secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano Secondo – devono difendere l’unità della fede e la disciplina comune della Chiesa, e procurare che sorga per tutti gli uomini la luce della piena verità, siamo costretti in coscienza a professare, di fronte all’attuale dilagante confusione, l’immutabile verità e l’altrettanto immutabile disciplina sacramentale riguardo all’indissolubilità del matrimonio secondo l’insegnamento bimillenario ed inalterato del Magistero della Chiesa...". Anche Peta, Legna e Schneider, quindi, si sono schierati dalla parte di coloro che sostengono che Amoris Laetitia generi "confusione".

Tra i punti che emergono dal documento, quello più rilevante riguarda la "piaga del divorzio". Hanno specificato, infatti, i tre: "Le menzionate norme pastorali (riferendosi al discusso capitolo ottavo di Amoris Laetitia n.d.r) si rivelano di fatto e col tempo come un mezzo di diffusione della "piaga del divorzio", un’espressione usata dal Concilio Vaticano Secondo (cf. Gaudium et spes, 47). Si tratta di una diffusione della "piaga del divorzi" persino nella vita della Chiesa, quando la Chiesa, invece, dovrebbe essere, a causa della sua fedeltà incondizionata alla dottrina di Cristo, un baluardo e un inconfondibile segno di contraddizione contro la piaga ogni giorno più dilagante del divorzio nella società civile". Il cardinale Mueller, ex prefetto della Congregazione per la dottina della fede, era tornato sui "dubia" solo qualche giorno fa. In un'intervista rilasciata a La Stampa, il poporato tedesco aveva elogiato il libro del Professor Rocco Buttiglione riguardante l'esortazione apostolica di Papa Francesco: "Sono convinto che egli abbia dissipato i dubbi dei cardinali e di molti cattolici che temevano che in "Amoris Laetitia" si fosse realizzata una alterazione sostanziale della dottrina della fede sia sul modo valido e fecondo di ricevere la santa comunione come anche sulla indissolubilità di un matrimonio validamente contratto fra battezzati", aveva chiosato il cardinale. Il documento dei vescovi kazaki, tuttavia, sembra suggerire che la vicenda non sia del tutto chiusa.

Il "problema" principale, infine, non è rappresentato tanto dall'interpretazione quanto dall'applicazione.

Non tutti gli episcopati, come il testo dei kazaki prova, si sono omologati alla linea del pontefice su "Amoris Laetita". E persino la diocesi di Roma non rispetterebbe l'interpretazione del capitolo ottavo data da Bergoglio. Il 2018, per la Chiesa cattolica, si è aperto all'insegna dell'ormai consueta contrapposizione dottrinale.

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