Vincono i rom (in Porsche)

Rifiutano 800 euro al mese per lasciare il campo. E l'Europa li difende

Vincono i rom (in Porsche)

Ieri Virginia Raggi ha provato a fare la prima cosa giusta dal suo insediamento: sgomberare uno dei campi rom più degradati di Roma. Questa volta non l'ha fermata la sua proverbiale incapacità, ma la Corte europea per i diritti dell'uomo che con una inedita celerità ha ordinato lo stop a operazioni in corso per mancanza di garanzie sul futuro di quelle persone.

Stava, la Raggi, usando violenza contro donne e bambini? No. Stava deportando famiglie inermi? No. Minacce? Nemmeno. Diciamo che per una volta stava facendo il suo mestiere, cioè ripristinare condizioni minime di legalità, di sicurezza igienica e sociale in uno spicchio del suo Comune che per inciso è pure la Capitale d'Italia - finito fuori controllo e quindi pericoloso per tutti. Per farlo non ha mandato i blindati, ma un funzionario con le seguenti proposte: un bonus di tremila euro per chi avesse scelto di lasciare l'Italia; un bonus affitto di ottocento euro al mese per due anni a chi avesse accettato di trasferirsi in un appartamento libero sul mercato immobiliare.

Vi sembrano queste condizioni da «violazione dei diritti dell'uomo»? Vi sembrano salvagenti che i sindaci italiani possono offrire ai cittadini italiani che si trovano in difficoltà economiche e che a differenza di quei rom sopravvivono rimanendo nella legalità? Chi è quello sfrattato non rom al quale vengono dati 800 euro al mese per trovare un nuovo alloggio?

Non mi sembrano domande retoriche, tanto meno razziste. Non lo sarebbero neppure se quelle famiglie avessero accettato di lasciare il campo, cosa che non è avvenuta. E, beffa nella beffa, quei pochi che hanno detto sì si sono presentati a ritirare gli effetti personali come documentato in alcune foto scattate dai presenti allo sgombero abortito - a bordo di lussuose Porsche Cayenne, auto da centomila euro e passa. Segno che abbiamo a che fare con dei furbi, più che con dei disperati bisognosi di aiuto.

Grazie all'Europa, hanno vinto loro e ha perso lo Stato.

Il quale ora può fare solo due cose: rilanciare l'offerta a livelli ancora più appetibili (ma si può comperare la legalità come fosse merce disponibile?) oppure rassegnarsi a sopportare il degrado, cioè rinunciare alla sovranità su alcune sue aree. Poveri noi, ma anche povera Europa.

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