Zanotelli contro chiusura ai migranti: "Colpa della tribù bianca"

L’ecclesiastico si sfoga in un’intervista nella quale attacca l’ostilità contro imigranti: “Gli italiani facevano adozioni a distanza. Perché non farle anche a vicinanza?”

Zanotelli contro chiusura ai migranti: "Colpa della tribù bianca"

Padre Alex Zanotelli, intervistato da “Tpi”, sfoga tutto il suo biasimo per il modo in cui è stata gestita la questione Sea Watch e Sea Eye.

“Dobbiamo solo vergognarci di come ci siamo comportati. Non si può tollerare che i governi giochino sulla pelle di povera gente, che è passata attraverso le torture e le violenze sessuali della Libia. Basta leggere l’ultimo rapporto Onu per rendersene conto. Giocare sulla loro pelle per quasi 20 giorni è una vergogna, disumanizza queste persone. Quello che sto vedendo è la disumanizzazione della società”.

Ma la vergogna più grande, per l’ecclesiastico, è quella del nostro Paese. “È assurdo: si parla di porti chiusi ma non c’è neanche un decreto ministeriale, nulla di scritto, è tutto via tweet. A essere competente sarebbe Toninelli, ministro delle Infrastrutture, invece la politica estera la fa semplicemente Salvini. Ci mostrino il documento che blocca i porti, finora nessuno lo ha fatto”.

Ma padre Zanotelli ne ha per tutti, dall’Europa all’America: “Il problema non è solo italiano, è europeo. Anzi, magari fosse solo europeo. Basta vedere cosa sta succedendo questi giorni negli Stati Uniti: un governo sta andando in crisi per questo muro col Messico”.

E allora quale sarebbe l’origine del problema? Secondo il prete solo noi. “È un problema della tribù bianca, che si sente minacciata ovunque. Per 500 anni la tribù bianca ha conquistato il mondo: abbiamo dato vita alla schiavitù, al colonialismo. Adesso iniziamo a percepire che siamo una minoranza, questi popoli stanno avanzando e ce li ritroviamo anche in casa. Vale per l’Australia, per gli Stati Uniti, per l’Europa, il Canada. Quanto eravamo generosi con gli africani quando erano a casa loro! Gli italiani hanno fatto l’adozione a distanza. Io ora chiedo loro: perché non la fate a vicinanza?”

Autore addirittura di un libro, padre Zanotelli parla di “nuovo razzismo”, cercando di spiegarlo in breve, anche se la definizione molto generica e populista rende difficile trovare una vera e propria chiave di lettura. “Il vecchio razzismo c’è sempre stato, ha sempre vissuto nelle varie società, ci sono sempre stati i “capri espiatori”. Potevano essere i rom, gli ebrei. C’è sempre stato in sottofondo. Ora invece stiamo arrivando a un razzismo “cattivo”. C’è talmente tanta cattiveria espressa da gente come Salvini, Orban, che fa paura. La costruzione di muri, il rifiuto totale dell’altro, sotto molti aspetti è nuovo. Non accogliere queste povere persone in balia delle onde, che hanno attraversato una situazione difficile in Africa, è di una cattiveria che solo oggi possiamo inventarci”.

Qualche accenno anche alla questione ormai sdoganata della “disobbedienza” proposta dai sindaci avversi a Salvini, che raccolgono il plauso dell’ecclesiastico. “Sono tra coloro che ritengono che la disobbedienza civile vada rispolverata in questo momento. I sindaci sono rappresentanti dello Stato, della società civile, quindi devono stare attenti. Ma il rifiuto di obbedire, come reazione della collettività che rappresentano, diventa fondamentale in questo momento.

Piena solidarietà in questo senso a chi ha avuto il coraggio di opporsi, a cominciare dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Più che i sindaci – che sono comunque esponenti politici – la disobbedienza dev’essere assunta concretamente dai cittadini”.

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