"Avevano in mano delle pietre, lo stavano praticamente lapidando. Sono arrivato e li ho fermati: loro mi ascoltano. Ho spiegato che è una cosa grave, queste cose non si devono fare": un racconto choccante, che non proviente dalla capitale dello Stato Islamico o dalla Kabul dei talebani, ma dalla più tranquilla Pordenone.
Eppure è successo anche questo nel centro profughi allestito alla Casa della Madonna Pellegrina della città friulana, dove un richiedente asilo afghano di 23 anni è finito all'ospedale con escoriazioni alla testa e ad un braccio dopo una violenta lite con altri immigrati.
Come riferisce il Messaggero Veneto, un diciannovenne ospite della struttura avrebbe raccontato di essere stato molestato da parte del 23enne, che lo avrebbe anche minacciato. Di fronte a queste accuse, altri due afghani avrebbero preteso di vendicare l'abuso subìto dal giovane connazionale, tentando di lapidare sommariamente il profugo 23enne. Solo l'intervento del custode del centro - a cui è da attribuire la citazione che apre questo articolo - è riuscita a placare gli animi.
I carabinieri e i sanitari intervenuti sul posto
hanno trovato l'aggredito con un grosso ematoma sulla fronte e ferite al volto e a un braccio. Purtroppo, però, all'arrivo delle forze dell'ordine gli aggressori si erano già dati alla fuga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.