Cuce le calze allo champagne per i dandy di tutto il mondo

Un'impresa familiare di Bergamo riempie gli armadi di oligarchi russi e sceicchi arabi

Cuce le calze allo champagne per i dandy di tutto il mondo

Un mondo di colori per mettere il mondo ai piedi. Sorride Massimiliano Bresciani, 46 anni, per questa sorta di slogan che gli inventiamo, così, su due piedi, tanto per continuare a giocare con le parole. Sorride perché, raggiunto proprio mentre sta per aprirsi Pitti Uomo, nella Firenze più sfiziosamente dandy che di più non si può, lui è ancora una volta in prima fila. Da protagonista.

Lui, con le sue calze e la fantasia che ha ereditato dal padre Mario. E che divide ancora con lui e con il fratello Fabio, deputato al "development", allo sviluppo, e ad altri ambiziosi progetti. La sua storia? Legata "a doppio filo" con le calze. Nell'anno in cui lui viene alla luce, il padre Mario apre il suo laboratorio a Castiglione delle Stiviere (dove le calze trovano il loro naturale humus). "Sarà un caso ma quell'anno - come dico sempre a mio papà - ha fatto i due migliori bingo della sua vita: me e la piccola fabbrica". Il risultato è che, dallo svezzamento ad oggi, Massimiliano con il fratello Fabio, più giovane di quattro anni, ha analizzato, testato e lanciato sul mercato oltre cento tra i più raffinati e sperimentali tessuti, infilandoli nelle calze che gli uomini di 42 Paesi si infilano ogni giorno. Il segreto del suo successo? "Continuare a sentirsi dei grandi artigiani, non degli imprenditori gasati. Non siamo mai cambiati, anche quando ci siamo un po' ingranditi traslocando a Spirano, nel Bergamasco. L'anno scorso il nostro fatturato è stato di 3 milioni di euro. Produciamo 400mila paia di calze e ci basta avere 60mila consumatori finali per cavarcela egregiamente. Un impegno che si basa anche sulla scelta accurata dei materiali: bamboo, canapa, lino, il miglior cotone egiziano, cachemire e vicuña, prodotta dal mantello di un camelide che vive sulle Ande e che è ancora più soffice del cachemire. Ecco il nostro segreto".

A proposito di segreti o meglio, di aneddoti, Massimiliano ne ha vendere. Ma quelli, nel rispetto della privacy, preferisce venderli con parsimonia: "Vuol sapere quanto spendono i veri dandy? Beh, in uno dei negozi di moda uomo a Parigi, che propone le nostre calze, poco tempo fa è arrivato un cliente che ha acquistato 60 completi, e a ogni completo ha voluto abbinare sei paia di calze. Non solo, ha voluto fare altrettanto per il figlio di sei anni che era con lui. Un conto da oltre due milioni e mezzo. E poi ancora c'è il nostro affezionato cliente russo che da una vita acquista ogni anno 365 paia di calze, un paio per giorno. Non vuole farle lavare, preferisce così. Direi bizzarro, no? E un certo plenipotenziario di un certo Paese: 30mila euro di calze solo per la servitù". In compenso, tra le avventure di Massimiliano Bresciani ci sono anche calze superalcoliche che hanno colto in contropiede concorrenza e clienti. "Certo, le calze allo champagne. Beh, quella è stata una sorta di simpatica provocazione che abbiamo voluto fare un paio d'anni fa. Abbiamo deciso di lavare, durante la cosiddetta follatura, le fibre di cachemire in un bagno di champagne. Un azzardo da 250 euro al paio. Ma se la fantasia è il sale della vita perché non mettere qualche bollicina nel calice delle invenzioni? E così ecco un'altra special edition da mettere ai piedi".

Come special edition sono le calze con i versi della Divina Commedia, o quelle con i monumenti italiani più significativi. "Non è un modo anche questo - sottolinea Bresciani - per fare cultura? In Italia facciamo il 10% del fatturato, il 30% negli Usa, il 35 in Europa e in Russia siamo sul 14. Dopo quello di Mosca, nel Crocus Mall, abbiamo aperto un altro monomarca a Baku, in Azerbaigian sulla via del lusso. Ora c'è la crisi del rublo e sarebbe stupido dire che non ne risentiamo, ma i russi amano il made in Italy e vogliamo fortemente credere in quel mercato perché la Russia è sempre stato un Paese dalle grandi frenate e dalle grandi accelerazioni: le pianificazioni qui sono da fare a lungo termine".

Ma Bresciani non può che ringraziare pubblicamente anche un tale Alec Baldwin, perché assieme al popolare attore le calze di Bresciani sono persino entrate sul terreno sportivo e hanno imposto il loro gioco. Lo hanno fatto allegramente alla Cbs, la televisione americana, il 9 febbraio scorso, sotto gli occhi di "appena" 200 milioni di telespettatori ipnotizzati dall'evento per eccellenza: il Super Bowl. Alle 22.40 locali Baldwin è comparso in uno spot all'interno dell'attesissima finale di football americano Nfl, mentre contemplava con aria affranta un suo calzino bucato. Urgeva correre ai ripari seriamente e l'Alec serafico ha immediatamente provveduto ordinando in diretta ad Amazon : "Un nuovo paio di calze. Ma Bresciani". Non ne sapevamo nulla, giuro, ammette Bresciani. È stata una sorpresona che ci ha fatto un nostro cliente di New York che ha buoni contatti col mondo del cinema. Certo è un bel regalo se consideriamo che 30 secondi di pubblicità, durante il Super Bowl, costano cinque milioni di euro". Bel colpo mister Bresciani. Ma papà cosa dice? "Papa è sempre pronto a rompere le scatole. Ma con i suoi 76 anni è anche la memoria storica del nostro lavoro. Ora si diverte con la sua nuova sfida, la divisione intimo per uomo che abbiamo aperto a Fabriano e gli abbiamo affidato. Così la sua inventiva non ne soffre". Scusi, ma in conclusione, anche se immaginiamo la risposta, avremmo bisogno delle certezze per continuare a camminare tranquilli: calzini corti e fantasmini? "Per carità, banditi.

Anche se noi dobbiamo produrre calze a tre quarti perché i mercati esteri ne chiedono grosse quantità. Calze d'estate? Perché no? Ci sono fibre che tengono fresco. Io le calze le porterei sempre, anche a letto. Certo che chi viene a letto con te poi deve saper apprezzare. Le calze, intendo".

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