Il Duce che nessuno ha mai raccontato

In un volume della Newton Compton 101 storie su Benito Mussolini, raccolte da uno studioso appassionato di storia militare, che affronta uno spaccato dell’Italia prima e dopo il Ventennio

Il Duce che nessuno ha mai raccontato

Nata per sviluppare i temi più nascosti e i risvolti più caratteristici di una serie di città e regioni italiane, la collana “101” è diventata qualcosa di assolutamente eterogeneo e al suo interno è ospitato qualsiasi argomento. Un tutto che abbraccia il turismo quando sposa la geografia, la sfarfallante vitalità comica del confronto-scontro tra uomini e donne. E che comprende perfino la storia e la religione. Tra le ultime uscite ci sono le “101 storie su Mussolini che non ti hanno mai raccontato” (Newton Compton, pp. 252, euro 9,90). Un volume che racchiude curiosità tra le pieghe della vita del Duce scritte da Marco Lucchetti, benemerito dell’ordine dei Cavalieri di Vittorio Veneto e grande appassionato di storia militare e uniformi oltre che titolare della ditta Soldiers che produce soldatini da collezione. Lucchetti dà fondo a un’aneddotica che attraversa il Ventennio e offre lo spaccato di un’Italia e di una società che aderì al fascismo salvo poi trovarsi coinvolta in una guerra disastrosa perdendo molte forme di libertà.

Impossibile accennare anche solo superficialmente a tutte le vicende che Lucchetti tratta nel suo interessante saggio. Si parte dai fatti di famiglia. Dai Mussolini di Predappio, dalla storia di Edda per non dimenticare la vicenda della “Mussolina”, Ida Irene Dalser, dalla quale il Duce ebbe un figlio che rimase illegittimo fino al 1916, quando la donna riuscì ad ottenerne il riconoscimento. Benito Albino Bernardi ebbe un destino ingrato: morì in manicomio a Mombello, vicino a Milano, il 26 agosto 1942, in condizioni rimaste misteriose. Si passa poi alla sezione che si interessa del Mussolini politico e dei suoi controversi rapporti con il Vate, Gabriele D’Annunzio che coniò il famoso “Eia eia alalà” e perfino il saluto romano.

Molti perfino gli slogan ai quali Lucchetti dedica ampia parte del suo racconto e delle sue pagine. Come ad esempio la definizione degli italiani, popolo di “scienziati, filosofi e navigatori”. O come la sezione dedicata alla cultura e lo sport, nella quale figura un capitolo dedicato al Giornale Luce, un notiziario destinato ad essere proiettato nei cinema prima del film e rimasto in voga ben oltre la fine del Fascismo.

Le ultime tre parti riguardano la guerra, il Mussolini privato e gli ultimi anni di vita del Duce fino alla sua morte. Manca forse un’ultima parola che meriterebbe oggi l’attuale tomba del Duce nel cimitero di Predappio, una sorta di mausoleo nonostante la demonizzazione che di Mussolini venne fatta negli anni del dopoguerra.

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