"La filosofia cura per sempre Tutto il resto è un palliativo"

Il guru della consulenza speculativa spiega come utilizzare in chiave terapeutica le idee dei grandi pensatori. A partire dai big orientali come Buddha e Confucio

"La filosofia cura per sempre Tutto il resto è un palliativo"

Nelle sale dei convegni, nelle terze pagine, nei salotti mediatici, in Parlamento e adesso pure in farmacia. La filosofia è ovunque (meno male che era morta) e uno dei guru della sua rinascita in salsa pop è sicuramente Lou Marinoff, il principale promoter della consulenza filosofica che tutti ricorderanno per il megaseller globale Platone è meglio del Prozac. Nell'epoca della morte di Dio, le anime in pena del Terzo Millennio sono alla costante ricerca di religioni alternative, look alternativi, culture alternative, farmaci alternativi, e anche la filosofia s'è ficcata nel piatto ricco, rituffandosi nel suo grande grembo orientaleggiante e infinitamente curativo. Eppure Proxac, Xanax&Co. possono alleviarci dal mal di vivere, mentre che garanzie abbiamo che il Tao faccia lo stesso effetto? Per capire va chiesta consulenza al superconsulente stesso, il filosofo-strizzacervelli docente al City College di New York e presidente dell'associazione americana dei terapisti. Domandandogli lumi sul suo ultimo libro, o meglio bugiardino: Prenderla con filosofia (Piemme).
Lou Marinoff, le pagine del suo libro sono zeppe di Tao, I Ching, Yin e Yang, Yoga, Lao Tzu. Passi che Platone possa essere meglio del Prozac. Ma perché il Tao dovrebbe essere meglio di Platone?
«Apprezzare il Tao e la filosofia asiatica non significa rigettare Platone e il pensiero occidentale. Quando Raffaello finì il suo capolavoro La scuola di Atene nel 1510 vi ritrasse i maggiori filosofi dell'antichità a lui noti. Compreso Zoroastro. Ma soltanto perché la sua conoscenza era limitata alla Persia. Se tornasse in vita oggi e dipingesse il sequel del quadro, sicuramente v'includerebbe Lao Tzu, Confucio e Shakyamuni Buddha, contemporanei (suppergiù) di Socrate e fondatori delle grandi tradizioni filosofiche globali. Non dobbiamo rigettare i diamanti per apprezzare gli smeraldi».
Domanda «culturalmente scorretta»: il pensiero filosofico occidentale non è un tantino più smaliziato rispetto a quello orientale?
«L'Occidente sicuramente s'è distinto con traguardi senza precedenti in matematica, scienza e tecnologia. Ciò nonostante, le più solide fondamenta filosofiche di molti di questi avanzamenti si sono scoperte essere asiatiche. Quando il fisico Robert Oppenheimer (padre del Progetto Manhattan) assistette alla prima detonazione nucleare ad Alamagordo, in New Mexico, si sentì spinto a citare non la mitologia greca (Prometeo che ruba il fuoco agli dèi), ma la filosofia indiana: il dio Krishna che dichiara al guerriero Arjuna: “Ora sono diventato morte, il distruttore di mondi, nel Bhagavad Gita».
Questione di mode, pure la parola «nirvana» è più glamour della greca «ataraxia». Ma anche di prospettive: l'ottica orientalista difatti non finisce per svigorire troppo l'individuo?
«La maggiore causa della sofferenza psicologica occidentale è il mito dell'“ego in salute”. L'ego è un mostro, e diventa più mostruoso a ogni gratificazione. I nostri stati mentali più infelici e distruttivi, come la rabbia, l'arroganza e l'invidia, sono tutti prodotti dell'ego infiammato. Ma quando l'ego si dissolve, emerge la serenità. Stoicismo, Tao e buddismo insegnano pratiche efficaci per manifestare il potenziale di ognuno. Potenziale che alberga nel centro del nostro essere, che non è mai nell'ego. Essere “centrati” non è una perdita di qualcosa, al contrario: è il massimo del guadagno personale».
Questo «centro di noi stessi» è anche in grado di preservarci dai malanni fisici? E come si raggiunge: parlando con lo psicologo o il consulente filosofico?
«Filosofia e psicologia non sono rimedi a malattie di radice biologica (virus, batteri, geni). Ma dialogare anche solo con un barista o un tassista può far sentire meglio le persone, e non necessariamente per effetto placebo. Quando due menti interagiscono subiscono una trasformazione in virtù di quella risonanza. Il dialogo può potenziare certi aspetti del nostro sistema operazionale cognitivo e aiutare il cambiamento della nostra vita».
Come funziona la seduta di consulenza filosofica? E quanto costa?
«Ogni cliente è diverso, così cambia anche ogni sessione. Non c'è una singola teoria o metodo unitario che esaurisce la pratica filosofica.

Idem per i costi: io sono specializzato in terapie a breve termine, durano settimane o al massimo mesi. Invece, la psicanalisi sembra durare eternamente. Un amico psicanalista una volta mi fece questa battuta: “la psicanalisi è un business in cui il cliente ha sempre torto”. La faccenda può diventare costosa!».

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