«I buoni direttori artistici? Torino non li vuole»

È guerra al Teatro Regio di Torino tra il soprintendente, Walter Vergnano, e il direttore musicale (dimissionario) Gianandrea Noseda. Ad “arbitrare” lo scontro cercando di minimizzare i danni, il sindaco Piero Fassino. A raccontarci cosa si muove dietro le quinte uno dei più importanti critici musicali italiani: Paolo Isotta.

Isotta, che succede a Torino?

«Ti rispondo subito. Il Noseda è un - diciamo così - direttore d'orchestra la ridicola prestazione del quale, con un' Aida alla Scala, commentai sul Corriere . Possiede tuttavia degli estimatori animati da un fervido zelo di carità. Egli avrebbe voluto che direttore artistico fosse nominato un altro quidam , Carmelo De Gennaro. Il soprintendente avrebbe voluto invece un Francesco Micheli, cattivo regista oppure, su suggerimento del sindaco, Cesare Mazzonis».

Mazzonis è stato direttore artistico dell'Orchestra Rai, direttore artistico della Scala e del Maggio Musicale Fiorentino ... Non va bene?

«Laureato in chimica, è un miracolato facente parte dell'entourage del compianto Claudio Abbado, il quale, in virtù del principio di incompetenza, da decenni occupa posti prestigiosi ed era già direttore artistico quando io portavo i calzoni corti. Fa parte di tutto un mondo del vecchio Pci passato oggi al Partito democratico».

Ma chi ha ragione? Il soprintendente?

«Vergnano è, salvo mio errore, colui che ha nominato il Noseda al posto di direttore musicale: merita quel che gli è accaduto. Ha raccolto quello che ha seminato».

Ma allora come se ne esce?

«Fra tutti i nomi fin qui fatti non c'è un buon soprintendente, un buon direttore musicale, un buon direttore artistico; e, ovviamente, un buon sindaco. Ma almeno Fassino mi fa pena; quegli altri mi fanno... ( omissis ). E bada bene che i buoni direttori artistici e soprintendenti ci sono: ma a Torino non li vuole nessuno. L'esser buono è elemento bastevole per essere escluso dalle nomine!».

Scusi, Isotta, ma lei è il critico musicale del Corriere della sera .

Il lettore avvertito potrebbe chiedersi come mai le sto facendo un'intervista e queste stesse cose non le ha scritte sul Corriere ...

«Il grande Mario Missiroli, che fu direttore del Corriere . quando voleva dire qualcosa che gli stava a cuore esclamava: “Ci vorrebbe un giornale!”. E la scriveva sotto pseudonimo sul Messagero ».

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