Più del 32 per cento negli Stati Uniti: un mercato che è già in crescita fortissima da anni. Oltre il 69 per cento in Asia, con due Paesi emergenti come Cina e India in cui, del 10 per cento degli accessi a internet, già un quarto è sulla lettura digitale (mancando le infrastrutture per la distribuzione del libro fisico, l'ebook è diventato l'unico modo, per molti, per arrivare a leggere un libro). E poi la star del 2012, l'Europa, con una crescita del consumo di editoria digitale del 200 per cento. In Italia il numero dei device - ovvero di strumenti per la lettura digitale come tablet e ereader - ha raggiunto una diffusione di 3 milioni e 100mila pezzi, i titoli ebook sono più che raddoppiati, da 20mila e 45mila, mentre i prezzi si sono dimezzati, attestandosi sui 5 euro.
Questi alcuni dei dati Nielsen e A. T. Kearney che verranno diffusi dopodomani a Milano durante la terza edizione di «If Book Then» (dalle 9 alle 18, Museo della Scienza di via San Vittore 21), l'evento internazionale dedicato al futuro dell'editoria promosso da Marco Ferrario e Marco Ghezzi di Bookrepublic per fare il punto sul cambiamento imposto dal digitale e rivolta a editori, autori, agenti letterari, distributori, librai.
La novità è che le più innovative start up dell'editoria digitale - che stanno «premendo» fortemente sui moloch Amazon, Google e Apple - non vedono come protagonisti gli editori, bensì i tecnocrati: «Chi sviluppa il mercato oggi sono gli ingegneri informatici», ci spiega Marco Ferrario. «Creano tecnologie che facilitano la lettura individuale e sociale, l'interazione tra i lettori o tra autore e lettore. Mentre l'editore tradizionale si ferma al contenuto, le nuove figure lo integrano con i sistemi di generazione e di lettura dei dati e i supporti per fruizione e lettura».
Come «Mobnotate», creato da un giovane ingegnere ex Google che ha inventato un sistema di lettura che riorganizza i libri secondo percorsi tematici legati a parole chiave. Ed ecco che della biografia di Steve Jobs si può leggere, trasversalmente ai capitoli, soltanto la parte che riguarda l'elettrotecnica. O come il nuovo «catalogo» editoriale simile a quello musicale di Spotify.
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