È morto all'età di 83 anni lo scrittore Nanni Balestrini, che negli anni Sessanta è stato tra i principali animatori della stagione della neoavanguardia e precursore del Gruppo 63, con l'ideazione di "I Novissimi". È morto ieri sera all'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma dopo una breve malattia. Poeta, scrittore, artista e saggista era nato a Milano il 2 luglio 1935.
Balestrini è autore di numerose raccolte di poesia e di romanzi di successo: da un lato i versi sperimentali, dall'altro i romanzi politici impegnati sulle lotte degli anni sessanta e sugli anni di piombo. Tra questi ultimi spicca "Vogliamo tutto" (Feltrinelli, 1971), libro-manifesto di un'epoca. Fortemente ispirato ai fatti del cosiddetto "Autunno caldo" del 1969, "Vogliamo tutto" è un romanzo insieme cronachistico ed esistenziale. Il protagonista, "l'operaio-massa" nella definizione stessa del suo autore, è un uomo del Meridione che si trasferisce, come tantissimi in quegli anni, al Nord in cerca di lavoro e, dopo varie vicissitudini, viene assunto alla Fiat, una sorta di Terra promessa della classe operaia. Si renderà conto, tuttavia, che la realtà è ben diversa e parteciperà alle lotte operaie formandosi una coscienza politica più consapevole e precisa.
Romanzo sperimentale, che per quanto legato a un determinato periodo storico non risulta "invecchiato", tanto da avere una fortuna editoriale legata a numerose ristampe (Garzanti, 1974; Mondadori, 1988; Bompiani, 1999; Derive Approdi, 2004; Oscar scrittori moderni, 2013; Mondadori, 2015). "Vogliamo tutto" rimane a tutt'oggi un testo letterario che è riuscito a dare voce alle istanze del Sessantotto e dintorni. Distintosi per uno sperimentalismo spinto fino all'adozione di tecniche sempre riconducibili al collage e a una diffusa intuizione circa l'incidenza del caso sul fare poetico, con lo stesso spirito Balestrini è stato animatore culturale, curatore di antologie, portavoce del dissenso politico. A seguito dell'ondata di arresti ordinati dal sostituto procuratore di Padova Pietro Calogero il 7 aprile 1979 per quelli che erano considerati i presunti capi delle organizzazioni sovversive, soprattutto di Potere Operaio (tra gli altri Toni Negri, Franco Piperno, Oreste Scalzone), Balestrini evitò il carcere rifugiandosi in Francia. Balestrini ha raccontato in un'intervista nel 2012: "Evitai l'arresto rifugiandomi in Francia, dove rimasi per cinque anni. E poi venni completamente assolto da quelle accuse. A me, come per altri intellettuali, l'accusa fu di essere responsabile diretto di tutto quello che di violento si era scatenato fino a quel momento e comprendeva anche l'assassinio di Aldo Moro. La verità è che la sola cosa che trovarono era il mio nome nell'agenda telefonica di Toni Negri, di cui ero amico".
Nel 1971, ricordano le cronache, Balestrini fu tra gli intellettuali che sottoscrisse la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi per la morte di Pino Pinelli, fermato per la strage di piazza Fontana.
Promotore culturale d'avanguardia, con altri intellettuali Balestrini ha creato le riviste di cultura "Il Verri" (collaborando con Luciano Anceschi), "Quindici" (tra le riviste ufficiali del Gruppo 63 con Alfredo Giuliani come direttore responsabile, sostituito poi dallo stesso Balestrini che era già il direttore editoriale) e "Alfabeta" (1979-1988 con, tra gli altri, Maria Corti, Antonio Porta, Umberto Eco, Pier Aldo Rovatti, Paolo Volponi). All'opera letteraria ha affiancato la sua produzione visiva con allestimenti di mostre e performances in Italia (nel 1993 anche alla Biennale di Venezia) e all'estero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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