Morto lo scrittore Philip Roth, gigante della letteratura Usa

L'autore di "Pastorale americana" e "Lamento di Portnoy" aveva 85 anni. Vinse i premi più prestigiosi, ma mai il Nobel

Morto lo scrittore Philip Roth, gigante della letteratura Usa

E' morto a 85 anni per insufficienza cardiaca lo scrittore Philip Roth, gigante della letteratura contemporanea americana. Tra i suoi più grandi romanzi, "Pastorale Americana" (premio Pulitzer nel 1998) e "Lamento di Portnoy".

Philip Milton Roth - questo il nome completo - è nato il 19 marzo 1933 a Newark, nel New Jersey. Era nipote di ebrei europei che arrivarono migratoria negli Stati Uniti del XIX secolo.

All'attivo aveva più di 30 opere e vinse la maggior parte dei premi letterari più prestigiosi, anche se non fu mai insignito del premio Nobel per la letteratura. Nel 2012 aveva deciso di abbandonare la scrittura a due anni dal suo ultimo romanzo "Nemesis", annunciando di non avere più le energie per gestire la frustrazione che accompagna la creazione letteraria. Una decisione ulteriormente giustificata negli ultimi anni: "Raccontare storie, una cosa che è stata preziosa per tutta la mia vita, non è più centrale. E' strano, non avrei mai immaginato che una cosa del genere potesse accadermi",

Lo scrittore, che ha vissuto a New York e nel Connecticut, divenne celebre per aver scandagliato l'esperienza ebraico-americana nei suoi oltre 30 romanzi. Roth disse di aver raggiunto un punto di svolta quando si rese conto che avrebbe potuto usare il suo stesso mondo come materia prima letteraria, che si trattasse della sua educazione o della sua città natale Newark, in New Jersey.

Parlando proprio dell'"universalità" della sua scrittura, Roth amava ripetere "Non scrivo in ebraico, scrivo in americano". E ancora: Non puoi inventare dal nulla, o io certamente non posso", affermò in un documentario del 2011, "Ho bisogno di una realtà, mi basta strofinare due pezzi di realtà insieme per dare vita ad un fuoco di realtà".

Politicamente Roth è stato un sostenitore di Barack Obama ed aveva criticato fortemente il presidente George Bush Jr. Nel gennaio scorso quando ci tenne a precisare che il personaggio del suo libro "Il complotto contro l'America" - l'aviatore con simpatie naziste Charles Lindbergh eletto presidente degli Usa - non aveva alcuna analogia con Donald Trump.

Lindbergh, aveva spiegato al New Yorker, era "un grande eroe" pieno di "sostanza", mentre Trump è un presidente "ignorante sui temi che riguardano il governo, la storia, la scienza, la filosofia e l'arte e incapace di esprimere o riconoscere sottigliezze e sfumature", utilizzando "un vocabolario formato da 77 parole".

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