Morto Shlomo Venezia, raccontò la Shoah in «Sonderkommando»Era uno degli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz

«Nella notte ci ha lasciato il nostro caro amico Shlomo Venezia, uno degli ultimi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau che ha dedicato gli ultimi decenni della sua vita a trasmettere la memoria della Shoah alle giovani generazioni». Così il sito web del Museo della Shoah ha annunciato ieri mattina la morte, a Roma, dello scrittore. Shlomo Venezia, 89 anni, ebreo italiano nato a Salonicco (Grecia), fu arrestato con la famiglia ad Atene nel marzo 1944 e deportato nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Fu tra i più importanti testimoni della Shoah. Una delle sue opere più celebri s'intitola Sonderkommando-Auschwitz. La verità sulle camere a gas, una testimonianza unica (Rizzoli). «Sono stato zitto per oltre 40 anni. Mi avevano dato del pazzo. Poi un giorno ho trovato il coraggio, perché tutti sappiano». Così, in uno dei molti viaggi della Memoria, Shlomo Venezia parlò a decine di studenti con gli occhi lucidi che seppero dalle sue parole cosa fu la Shoah. Durante la prigionia fu costretto a lavorare nelle «unità speciali» dei forni crematori (che avevano il compito di bruciare i cadaveri) i cui componenti venivano periodicamente uccisi. Riuscì a salvarsi, unico tra gli italiani, e a pubblicare le sue memorie nel 2007.

Sette mesi a Birkenau a tagliare i capelli alle donne destinate alle camere a gas e al recupero dei cadaveri destinati ai forni, poi altri cinque a Mauthausen, infine l'insperata salvezza dopo «il gas, le torture, la scomparsa dei parenti, degli amici, freddo e, ovunque intorno, la fame». «Racconto tutto e lo faccio per i ragazzi», diceva Shlomo.

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