Davide Rossi, professione attore: «Papà Vasco? Mi voleva avvocato»

Il figlio del rocker protagonista del film nato dal brano-culto del padre. «Il mio segreto? Compongo anch’io. Di nascosto»

Davide Rossi, professione attore: «Papà Vasco? Mi voleva avvocato»

da Roma

Innanzitutto un rammarico: «Mi rendo conto che è un problema mio personale ma il fatto è che sono al sesto film. Certo ora c'è dietro una produzione importante, così come il mio ruolo. Mi sembra però che tutta la mia gavetta venga cancellata e appaia tutto rose e fiori, come sempre». Ed è evidente che la vita non è tutta rose e fiori neanche per il figlio di Vasco Rossi, il ventiduenne Davide Rossi. Che, appunto, sale alla ribalta solo oggi (nonostante i precedenti Scusa ma ti chiamo amore al cinema e Provaci ancora prof! in tv) con l’interpretazione dello spregiudicato deejay Nico nel film di Stefano Salvati Albakiara. Un titolo preso, senza la «k» naturalmente, da una delle canzoni più celebri del grande Blasco che in questo modo riesce a entrare nella vita, anche artistica, del biondo figlio. Il quale però ha sempre cercato di tenere i due piani separati: «Sono un suo grandissimo fan ma all’inizio ho avuto dubbi fortissimi se accettare o no la parte. Oggi però sono molto contento di quello che ho fatto».
Papà l'ha mai spinta a fare l'attore?
«Neanche per sogno, credo che avrebbe preferito per me mestieri più sicuri come l'avvocato o il giornalista».
Ma lei è andato avanti per la sua strada.
«Sì e penso proprio che questo sia il mestiere giusto per me. Papà alla fine si è ricreduto».
In che senso?
«Be' ultimamente mi ha fatto dei complimenti perché sto andando bene e sto camminando con le mie gambe. Anche in Albakiara ho dovuto superare numerosi provini, come tutti».
Sul film che cosa ha detto?
«Ancora non sono riuscito a parlarci ma mi sono arrivati dei complimenti indiretti attraverso il regista. Mi ha fatto molto piacere perché mio padre è uno che se ti deve fare una critica, di certo non si risparmia».
Le avrà dato però anche qualche consiglio...
«Mi ha sempre messo in guardia sul tenere i piedi bene per terra perché non è tutto oro quello che luccica nel mondo dello spettacolo. “Preparati - mi ha ripetuto - perché dovrai spesso aspettare che il telefono squilli. È molto meglio che studi”».
E lei si è messo a fare anche il deejay.
«È una passione recente ma mi è già servita perché il personaggio che ho interpretato in Albakiara è proprio un deejay».
Un po’ particolare, è uno che come secondo lavoro si diletta a realizzare i contenuti del suo remunerativo sito porno.
«Grazie a lui arriverà un messaggio preciso ai genitori che andranno a vedere il film».
Quale?
Che oggi anche un figlio modello cerca di fare i soldi nel modo più facile. Come fare il deejay peraltro. Ti fa guadagnare bene ma devi avere una forte personalità per resistere».
Nel film si vede circolare molta droga, soprattutto nelle discoteche.
«È una realtà sicuramente presente, tra i giovani ma anche tra gli adulti. Lo sanno tutti e chi non la vede è perché non la vuole vedere. Il film tocca temi molto attuali e racconta i giovani come ancora non s'era visto nel nostro cinema».
A proposito, ha mai provato imbarazzo nelle scene di sesso, tra l’altro di orge?
«Mi sono fatto forte delle scuole di recitazione che mi hanno insegnato proprio a levare i blocchi.

E poi il regista ci ha aiutati con tante prove che hanno creato un rapporto più intimo tra noi e la scena».
Ha mai pensato a scrivere canzoni?
«È una cosa che già faccio ma che ancora non ho voglia di condividere con gli altri. È il mio piccolo segreto».

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