Demolita la «bidonville» di Ponte Mammolo

Demolita la «bidonville» di Ponte Mammolo

Da ieri una delle più grosse baraccopoli romane, quella lungo l’Aniene, a Ponte Mammolo, non c’è più. Le ruspe dell’Ama e dell’Ardis, in azione tutto il giorno, hanno raso al suolo oltre 70 baracche. Alla maxi-operazione, scattata alle 8 del mattino, hanno preso parte circa cento fra poliziotti, uomini della guardia forestale, della polizia municipale, dell’Ardis. Un migliaio i rom, quasi tutti di nazionalità romena, e gli extra-comunitari che popolavano la bidonville. Fermati e identificati decine di irregolari, la maggior parte però si era già data alla fuga al primo apparire dei lampeggianti della polizia. Alcuni addirittura si erano dileguati da giorni.
A mezzogiorno, nel pieno delle operazioni, la situazione nell’insediamento a cui si accede da via Cicogna era la seguente: ovunque fango e larghe pozzanghere. La prima immagine è quella di una ampia casa prefabbricata, dentro bene arredata, addirittura con hi-fi e tv al plasma. Ovviamente abusiva. Poi la distesa di casupole, pochi metri quadri ognuna, tirate su direttamente sull’argine del fiume. Il sentiero si stende tortuoso fra i canneti. C’è chi ha pavimentato la capanna con le maioliche. Cumuli di immondizia ovunque. Una fila di generatori elettrici per la luce. Bombole per cucinare e scaldarsi.
A dirigere le operazioni è Raffaele Clemente, dirigente dell’Ufficio soccorso pubblico della Questura di Roma: «Abbiamo identificato 70 persone, fra cui 15 minorenni, e sequestrato 3 autovetture. Domani (oggi, ndr) ripeteremo l’azione sul Tevere, puntiamo a spezzare il legame fra la malavita e i clandestini che vivono nelle baracche. In molti campi abbiamo trovato droga, armi». «Lungo l’Aniene - rimarca il vicequestore aggiunto della Forestale, Lamberto Alfonsi - abbiamo trovato una diga di rifiuti, queste favelas sono pericolose in caso di forti piogge».
Un vigile ci mostra infissi e tramezzi semi-nuovi per alzare le baracche: «Tutta roba rubata dai cantieri». Per terra un elegante cancello di acciaio, divelto dalle ruspe: sul mercato il suo valore commerciale è di 3mila euro, dice il vigile. Due romene si disperano: dicono di avere pagato ben 1200 euro per occupare una di quelle baracche. A chi? Le romene non lo dicono. Ma il misterioso personaggio, pare, incassava soldi anche da altri. Fra le persone identificate figura perfino una donna agli arresti domiciliari. All’interno delle casupole lo spettacolo è ovunque lo stesso: abiti, bombole del gas, oggetti personali, tutto abbandonato in una fuga precipitosa. Uomini dell’Ufficio diritti animali portano in salvo cucciolate di cani, gatti, galline. Verso l’una la ruspa abbatte in una nuvola di polvere anche la casa prefabbricata.
«L’intervento di oggi pone fine a una situazione di degrado vergognoso - afferma il consigliere comunale di An, Fabrizio Ghera -. Però ora il sindaco Veltroni deve chiedere l’espulsione per tutti gli irregolari, altrimenti il campo sorgerà da un’altra parte e sarà stato tutto inutile». A Ponte Mammolo proprio sabato scorso An aveva organizzato una fiaccolata per chiedere lo sgombero dei campi rom dal V Municipio: «Con oggi abbiamo fatto un primo passo - sottolinea il consigliere di An, Roberto Santoro, organizzatore del corteo -.

Nel circondario restano in piedi, però, molti altri insediamenti: via Messi d’Oro, Tor Cervara, Colli Aniene. Bisogna sgomberarli tutti. La zona è bersagliata da scippi e furti, uscire di casa la sera è off limits. La gente non ne può più».

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