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Don Gallo benedice l’assalto e il saccheggio alla Mondadori che ha pubblicato i suoi libri

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(...) le vie d’accesso a piazza Fontane Marose e via Roma. Nella galleria prima di piazza Corvetto sono apparsi manifestanti vestiti da Babbo Natale, molti con il viso coperto e caschi in testa, che si sono messi a lanciare diversi fumogeni. All’improvviso, l’attacco alla Mondadori, in via Venti: una trentina di giovani hanno fatto irruzione nella libreria e si sono appropriati di decine di libri, alcuni dei quali lanciati tra i componenti del corteo. Fra l’altro, sono state fatte a pezzi copie del più recente volume di Bruno Vespa. A quel punto, altri lanci di fumogeni contro gli agenti. Nel frattempo, di fronte ai portoni degli uffici dell’ateneo, erano stati depositati scudi di cartone con frasi di Marx, Wu Ming e Kerouac e un cumulo di detriti. Il corteo principale, intanto, era arrivato a De Ferrari: «Ora basta! Ci riprendiamo il futuro» lo slogan scritto sullo striscione, collocato sulla facciata del Ducale. È stato l’epilogo della protesta, senza che si verificassero ulteriori incidenti. La manifestazione si è sciolta, controllata con discrezione, ma fermamente da polizia e carabinieri. Immancabile, intanto, è arrivata la «benedizione» di don Andrea Gallo che ha solidarizzato apertamente con i dimostranti: «Se l’avessi saputo mi sarei vestito anch’io da Babbo Natale e avrei partecipato all’azione». Così si è espresso subito il fondatore della Comunità di San Benedetto a chi gli chiedeva un giudizio soprattutto a proposito del saccheggio della Mondadori (editore per il quale lo stesso sacerdote ha pubblicato due dei propri scritti). Tanto per essere ancora più chiaro, don Gallo ha aggiunto: «Se mi avessero invitato ci sarei andato. In una situazione che nessuno può dire esaltante, con una realtà politica e sociale disastrosa, con i cassintegrati, i precari e il taglio ai servizi sociali, bisogna dare dei segni, senza violenza verbale o fisica, e portare la gente a prendere coscienza. Mi sarei vestito da Babbo Natale - ha insistito - e sarei andato anche io, incurante dei benpensanti. L’importante è che si chiedano che cosa è successo». Il «prete di strada» ha concluso lapidariamente: «Abbiamo una democrazia che è eutanasia, un tentativo di marchio chiaramente fascista di distruggere la Costituzione».

A proposito della Mondadori, don Gallo dall’agosto di quest’anno, dopo la notizia del maxi sconto che la casa editrice aveva ricevuto grazie a una legge del governo Berlusconi che le avrebbe fatto risparmiare 340 milioni di euro col fisco, si era detto non più disponibile a scrivere per la casa editrice. Un proposito che, peraltro, non risulta aver sconvolto al momento i piani editoriali dell’azienda.

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