E l’ateneo dello scandalo si converte alla Gelmini

Luca Rocca

Concorsi farsa, parentopoli, baronati, esami venduti, test fantasma, appalti, sesso per un trenta senza lode. Ecco tutte le inchieste avviate sulle università da parte di procure, giudici contabili, tribunali amministrativi. Nonché istruttorie «interne» avviate dagli stessi atenei, rivelazioni degli studenti anti-baroni. Una trentina di fascicoli aperti su un totale di 66 atenei in Italia. Vuol dire che praticamente la metà delle università in un modo o nell’altro è coinvolta in uno scandalo.

La maxi-truffa alla Ue. L’ultimo scandalo esplode all’Università della Calabria, a Cosenza, denunciata come persona giuridica nell’inchiesta su una truffa gigantesca ai danni dell’Unione Europea. Coinvolti e indagati anche due docenti.
Test farsa ed esami comprati. Indagate 17 persone a giurisprudenza a Catanzaro: un funzionario per aver falsificato i libretti degli esami e 16 ex studenti che hanno pagato per superare l’esame. A medicina inchiesta sui test d’ammissione, con domande suggerite prima ai concorrenti. Sotto indagine a Bergamo 81 persone accusate di aver fotocopiato, a fine di lucro, dispense protette da diritto d’autore. La procura pugliese s’imbatte in alcuni studenti, molti stranieri, concussi da solerti funzionari. Fra i 500 e i 3mila euro per passare l’esame. Arresti domiciliari a Bari per sei persone fra prof e dipendenti. Si è indagato sui test d’ammissione alla facoltà di medicina e chirurgia di Bari, Ancona e Chieti. Reati ipotizzati? Truffa e concorso in corruzione. I candidati ricevevano le risposte prima, sui telefonini.
Il prof vince copiando. Sempre a Bari un professore si aggiudica un concorso da associato presentando un libro copiato da un testo francese. Indagato lui e 5 componenti della commissione.
Concorso davvero sexy. Scorciatoia a «luci rosse» all’ateneo di Torino per accedere alla scuola di medicina legale. Una delle candidate confessa di non aver superato la prova solo perché aveva troncato la relazione con il 77enne presidente della commissione. Professore di lingue dell’Unibas (Matera) è stato arrestato perché chiedeva sesso alle studentesse che in cambio superavano l’esame. Con lui indagati altri due docenti.
Appalti e malaffare. Il quotidiano la Repubblica svela il malaffare a Messina: concorsi truccati, compravendita di esami, gare truccate. Il rettore viene prima sospeso e poi rinviato a giudizio per abuso d'ufficio, minacce e tentata concussione, insieme ad altri 22 tra docenti e personale amministrativo. Un professore, Cucinotta, denuncia concorsi truccati per favorire figli di docenti e magistrati. A Messina si è indagato sui soldi dati a un artista per ritrarre l’antico terremoto. E la moglie di un prof sarebbe finita sotto inchiesta per un’indagine sulle forniture all’università.
Parentopoli alla romana. La procura di Roma ha molti fronti aperti sulla Sapienza e sul Policlinico, dagli appalti (forniture di lenzuola e camici ad esempio) ai concorsi pilotati. Sotto inchiesta per abuso d’ufficio era finito l'ex rettore per l’assegnazione di tre incarichi di ricercatore alle due figlie e ad uno dei generi. Indagini anche sul parcheggio da 8,8 milioni di euro.
Sostanze cancerogene. A Catania sotto sequestro la facoltà di farmacia perché contaminata dalla presenza di sostanze pericolose in percentuali elevatissime scaricate nei lavandini. Nove persone nel mirino.
Un rosso doc. Buco di 240 milioni di euro a Siena anche a causa di segretarie in soprannumero, 135 bibliotecari, in 7 al sito Internet, 4 all’ufficio stampa, 8 alle relazione esterne. C’è l'ordinario con la figlia ricercatrice nella stessa facoltà; c’è il docente e i due figli che hanno vinto un dottorato nella stessa disciplina; c’è il prof in pensione che ha passato il testimone alla figlia. E che dire dell’ex rettore che insegna anatomia patologica e il figlio è diventato ricercatore di oculistica: sul concorso è stata aperta un’inchiesta.
Io pago, tu mi promuovi. La procura di Napoli indaga per corruzione e falso per esami venduti al Federico II. Al «Barone day», ideato dagli studenti, è emerso che ci sarebbero 105 casi di «legami di sangue» fra docenti, 32 solo ad economia, molti a medicina.
L’albero genealogico. È lunghissimo l’elenco di cognomi che si ripetono al policlinico Gemelli di Roma. Il professore che nello stesso istituto lavora accanto al figlio; il dottore che presiede il corso di laurea dove la moglie è docente; il papà che dirige la scuola di specializzazione della materia di cui è titolare la figlia, eccetera. A Udine un professore ha 12 parenti in una sola facoltà, altrove c’è chi ne racimola «solo» quattro. A Palermo sono 230 i docenti legati da vincoli di parentela: 58 a medicina, 23 ad agraria, 21 a giurisprudenza. Il figlio del rettore di Firenze e la figlia del prorettore conquistano due cattedre a medicina vincendo due concorsi per due insegnamenti che prima d’allora non esistevano. Indaga la magistratura. Parentopoli lucana (denunciata dai sindacati) di professori e impiegati amministrativi. Circa 50 i casi. Dieci unioni coniugali, 18 i fratelli, e poi figli, cognati e conviventi. A Tor Vergata il rettore tiene famiglia: ordinario di biochimica ha in facoltà figlio e due nipoti. Poi c’è un preside con il figlio ordinario nello stesso dipartimento. A Bologna sotto inchiesta decine di professori e la preside di medicina. Il rettore «denunciato» in un’interrogazione parlamentare perché il figlio è professore di economia, la nuora associata, la cognata insegna psicologia. È di Padova, figlio di un barone, il medico sotto inchiesta per essersi fatto pagare un cesareo nella città di Sant’Antonio quando, in realtà, era a Shanghai. Sospeso.
Le poltrone del Magnifico. Rettore stakanovista, quello di Chieti. Presidente del Consiglio superiore di sanità, presidente del Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca, presidente della Commissione per l'aggiornamento delle linee guida della legge 40/2004 sulla procreazione assistita, presidente del coordinamento delle università abruzzesi, presidente della Fondazione universitaria d’Annunzio e quant’altro. La procura vuole vederci chiaro.
Sviste umane. L’inchiesta sulla selezione dei docenti al Sum (Istituto Scienze Umane) ha visto indagati sei professori nel filone tra Firenze e Napoli.
«È come un supermarket». Parliamo di Lecce, in questo caso l’indagine interna avviata dal rettore per valutare la legittimità dei cosiddetti «esami accorpati» nella facoltà di scienze sociali. Alcuni studenti hanno denunciato «la svendita di esami come al supermercato».
Ricercopoli a buon mercato. Peculato e truffa i reati ipotizzati per il responsabile di gastroenterologia, arrestato e poi rimesso in libertà. Per la procura di Perugia avrebbe utilizzato fondi pubblici per realizzare falsi lavori scientifici pubblicati su prestigiose riviste internazionali. Farmaci troppo generici. Bufera sul dipartimento di anatomia a Torino. Nei guai un accademico di spicco del pool di farmacologia che avrebbe falsificato uno studio sui farmaci generici. Da qui un secondo filone d'indagine per disastro colposo. Altre inchieste per irregolarità nei concorsi (indagato un primario) per raccomandazioni a giovani laureati.
Primario condannato. Ospedale Careggi di Firenze: un prof ha favorito una collega per un posto, ed è stato condannato a 9 mesi di reclusione per abuso d’ufficio insieme alla dottoressa, diventata sua compagna.
L’autogol della prof. Nel 2006 arriva un esposto in procura dove una prof ipotizza reati commessi all’università della Basilicata. Due anni dopo, però, finisce lei in carcere per peculato e concussione. Sospesa, urla al complotto, alla fine viene reintegrata.
Il bando da rifare. Interrogazioni parlamentari e inchieste sul posto per cardiochirurgo all’ospedale Goretti di Latina. Nell’inchiesta nomi eccellenti.
Stesso sangue del rettore. A Salerno, al concorso, si presenta solo il figlio del Magnifico quando i partecipanti dovevano essere sei. I commissari ammettono che il giovane non aveva fatto nessuna pubblicazione, ma affermano che però aveva svolto delle ottime ricerche.
Di padre in figlio.

In quel di Foggia il Rettore assume il figlio come docente il giorno prima di lasciare l’incarico. Col figlio c’è l’altra figlia, dirigente, come prima sua madre, del personale tecnico amministrativo. Impiegati in Ateneo anche una nipote, una nuora e il marito della figlia.

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