Sono bambini a cui sono rimaste addosso solo generalità biografiche. Fotografie sbiadite attaccate ad un muro. Nome, cognome e data di nascita. Mirella Gregori, 15 anni, Roma, 7 maggio 1983, Emanuela Orlandi 22 giugno 1983, Santina Renda, 6 anni, 23 marzo 1990, fino ai casi più recenti, quelli che la memoria non ha ancora cancellato del tutto, come Angela Celentano, 3 anni, Monte Faito, 10 agosto 1996, Denise Pipitone, 4 anni, Mazara del Vallo, 1 settembre 2004. Rino Monaco, il prefetto che dal 2007 si occupa delle persone scomparse, ha una lista di 13 minori che mancano allappello. Sono tutti scomparsi. Spariti nel nulla e mai più ritrovati.
Dopo il caso di Ponticelli di sabato l'ipotesi che i rom sono ladri di bambini diventa più credibile?
«Sì, il caso della bambina di sei mesi salvata per un soffio dalla zingara riapre certamente scenari inquietanti».
Ad esempio?
«Per i casi di Angela Celentano e Denise Pipitone le piste dei nomadi sono state prese molto sul serio. Sono state fatte prove biologiche, esami di Dna, ricerche in vari campi nomadi. Ma per il momento, per il caso della Pipitone l'ipotesi degli zingari sta perdendo peso. Detto questo i casi di rom che rubano bambini non è affatto leggenda. È un fenomeno che esiste eccome».
Come fanno a rubare i bambini?
«Prima di tutto bisogna dire che loro di solito rubano bambini zingari. Spesso li prendono quando il gruppo si sposta da un campo all'altro, approfittando della confusione, o si accordano tra uomini. Poi vengono messi a lavorare. Furti e accattonaggio sono l'obbiettivo principale. Tra gli scopi frequenti poi cè il matrimonio».
Ezio Basso, il pm che parla di zingari come mafia del nord, chiede per loro il reato di associazione per delinquere. Cosa ne pensa?
«Daccordissimo. È risaputo che agiscono in gruppi e che le loro fonti di sostentamento non sono proprio oneste.
Bambini sulle strade a elemosinare, alle stazioni a scippare. Un fenomeno sempre esistito?
«In crescita perché stanno arrivando ondate di bimbi rom rubati dalla Romania».
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