«Con il 2,8% del Corriere sto con Della Valle»

«Con il 2,8% del Corriere sto con Della Valle»

Alessandro Proto ha comprato per poco meno di 30 milioni il 2,8% di Rcs, che con il Corriere della Sera rappresenta il salotto buono della grande finanza italiana, proprio perchè crede che presto questo sistema crollerà. Il patto di sindacato di Rcs, che oggi vincola il 58,14% del capitale, «non ha più motivo di esistere», attacca il finanziere milanese che in questi mesi ha preso posizione nelle grandi partite che stanno cambiando il volto di Piazza Affari. «La fine del patto Rcs, una volta superata la scadenza del 2014, porterà un maggiore flottante spingendone la capitalizzazione», aggiunge.
Proto amministrerà il 2,8% del Corriere per conto di quattro finanzieri esteri: un americano, due indiani e un investitore arabo con il passaporto del Kuwait. Oggi è atteso il deposito in Consob di tutta la documentazione: la quota, vincolata a un patto di durata triennale, affida a Proto le deleghe di voto, è aperto all'arrivo di altri soci e prevede che nessuno degli aderenti possa avere più del 2 per cento. Saranno lo stesso Proto e la sua squadra a presidiare le assemblee di Rcs e valutare il piano industriale su cui sta lavorando il neo ad Pietro Scott Jovane: «La nostra sarà una spinta verso cambiamento», assicura Proto promuovendo l'attacco di Diego Della Valle contro Fiat, Corriere e Mediobanca. Le critiche fatte sono «assolutamente condivisibili» e dimostrano come «le regole che hanno finora retto il capitalismo italiano stiano per finire», prosegue Proto, rivendicando di poter parlare liberamente perchè ha costruito da solo la propria società: ancora oggi - dice - «una volta alla settimana varco il cancello del carcere di San Vittore a Milano per collaborare alla formazione dei giovani detenuti e dare loro una speranza nel futuro». L'azione di Della Valle su Rcs (8,8%), sembra insomma trovare il favore di Proto (2,8%), per una forza d'urto complessiva del 11,6%. Il primo motivo dell'investimento è comunque il business e la scommessa che il valore di Rcs in Borsa salirà. Il settore dei media «sarà sempre più strategico» prosegue Proto che opera per conto di investitori sovente coperti dall'anomimato. Il gruppo ha posto un piede anche in due grandi realtà inglesi: l'emittente BSkyB e la controllante News Corp di Rupert Murdoch. Tramontato invece il progetto Ti Media: Proto aveva presentato, per conto di un soggetto americano, un'offerta vincolante da 150 milioni per rilevare La7-Mtv ma Telecom e Mediobanca «ci hanno escluso in partenza. Non ci hanno permesso neppure di procedere con un non disclosures agreement», lamenta il finanziere sottolineando come nell'attuale contesto sia molto difficile convincere gli investitori esteri a scommettere sull'Italia.


Altri dispiaceri di Proto sono la partita Fonsai, di cui aveva accumulato l'1,2%, poi rapidamente rivenduto davanti all'intervento della magistratura nei confronti sia dei Ligresti sia di Mediobanca, e il Bari. Per la società calcistica Proto dice di essersi seduto al tavolo con la famiglia Matarrese, senza però ottenere i dettagli finanziari per formulare un'offerta.

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