Sta facendo discutere lo studio, rilanciato da telegiornali e quotidiani, secondo cui il bonus degli 80 euro sarebbe un vero toccasana per l'economia italiana.
Rilancio dei consumi e impatto sul Pil sarebbero infatti i benefici della misura adottata a partire dall'anno scorso dal governo Renzi, e a certificarlo è l'analisi degli economisti Luigi Guiso e Stefano Gagliarducci, pubblicata sul sito lavoce.info.
Quello che però, durante gli annunci è stato dimenticato di dire - forse perché segnalato con un asterisco a pié di pagina del documento - è che lo studio è stato realizzato "in collaborazione con il Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica presso la presidenza del Consiglio", vale a dire col governo.
Ad aggiungersi a questo piccolo particolare, che quanto meno solleva legittimi dubbi sulla parzialità delle informazioni pubblicate, sono tutta una serie di premesse e specifiche.
Innazitutto, la pubblicazione è solo una nota che anticipa i risultati, definiti ancora incompleti e che arriveranno in un altro momento. In secondo luogo, i dati più completi riguardano solo i redditi più bassi, cioè quelli delle famiglie che beneficiano a pieno del bonus (il cui importo diminuisce man mano che il reddito sale) e che quindi sono più propense al consumo, vista la loro condizione economica.
Come se non bastassero tutte queste puntualizzazioni a far storcere il naso in attesa di una lettura approfondita dello studio completo, nel documento pubblicato i due economisti valutano un impatto della misura 538em;">sul Pil dello 0,4% nel 2014 e dello 0,8% nel 2015, percentuali minime, gonfiate tra l'altro da un moltiplicatore dei consumi, cioè uno strumento di analisi che calcola una serie di variabili.
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