In sei mesi di governo Conte lo spread "ballerino" ci è costato 1,5 miliardi di interessi in più al contribuente". È l'allarme che lancia la Banca d'Italia.
"Occorre abbattere lo spread, i segnali che gli investitori percepiscono sono importanti", ha sottolineato il vice direttore generale di Via Nazionale, Luigi Federico Signorini, nel corso dell'audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, "Costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020, se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati".
Per Signorini, la crescita dello spread rischia di avere ripercussioni sulle famiglie. Inoltre La crescita dei tassi di interesse sul debito pubblico "ha un effetto in qualche modo comparabile a una stretta monetaria, una stretta però assai più marcata e rapida di qualsiasi ipotizzabile (futuro, graduale) processo di normalizzazione della politica dell'Eurosistema".
Per qusto, nonostante gli obiettivi della manovra siano "ambiziosi", la crescita dei tassi sul debito "rischia di vanificare tutto l'impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio". Inoltre una politica di bilancio espansiva, "pur utile in fasi cicliche particolarmente avverse, non garantisce la crescita in medio termine e può metterla in pericolo a lungo andare".
"L'obiettivo di ridurre l'incidenza del debito pubblico sul Pil è condiviso dal governo", ha spiegato Signorini, "La manovra tuttavia persegue tale riduzione puntando non
sull'equilibrio dei conti , bensì sullo stimolo introdotto dall'espansione di bilancio. Prefigura una significativa riduzione dell'avanzo primario nel 2019; non contempla un riequilibrio negli anni successivi". (AGI) Rmv/Gio
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