La beffa del superbollo sulle auto di lusso

La tassa decisa dal governo Monti ha avuto un effetto boomerang sull'erario

La beffa del superbollo sulle auto di lusso

Lungimiranza con effetti contrari dal superbollo sulle auto definite di lusso, quelle da 185 kW (251,53 cavalli) di potenza in su, deciso dal governo guidato da Mario Monti a fine 2011. Al posto di generare un maggiore gettito fiscale, calcolato dall'allora esecutivo in 168 milioni l'anno, per un parco veicoli stimato in circa 212.000 unità, ha finito per deprimere un mercato redditizio non solo per le Case costruttrici, ma anche per lo stesso Erario: -120 milioni l'anno tra recupero dell'Iva sulle nuove immatricolazioni, tassa di circolazione, ecc. In verità, quello deciso da Monti è stato l'inasprimento di un primo provvedimento preso pochi mesi prima dal precedente governo Berlusconi, ma riguardante le auto con potenza superiore a 225 kW (305,915 cavalli) con un aggravio sul portafoglio dei proprietari di 10 euro per ogni kW oltre il tetto previsto.

Monti ha però voluto esagerare, abbassando la soglia a 185 kW e raddoppiando l'esborso a 20 euro. Una stangata i cui effetti negativi, a 6 anni dall'entrata in vigore, sono stati riassunti da Romano Valente, direttore generale di Unrae (Unione della Case estere) e commentati da Angelo Sticchi Damiani (Aci) e Andrea Levy (Parco Valentino di Torino).

I risultati: meno fatturato per le aziende, beffa del gettito, ripercussioni su un'area di eccellenza motoristica tipicamente italiana (le vendite nel Paese di Ferrari, Maserati, Lamborghini), per non parlare dei problemi che hanno riguardato la filiera e i concessionari. I numeri snocciolati da Valente: tra il dicembre 2011 e il dicembre 2014 le auto in circolazione finite nel mirino sono scese del 16%, da 217.000 a 183.000 unità. Allo stesso tempo è cresciuta l'esportazione di questi modelli: +115% nel 2012 e grossi affari per i commercianti esteri.

Il fenomeno, dopo il picco del 2012-2013, è via via diminuito (+57% nel 2013 e +14% nel 2014) per l'esaurimento del parco da destinare agli altri mercati. Se ci si sofferma sempre sul periodo 2011-2012, le immatricolazioni di veicoli considerati di lusso sono scese da 18.467 a 12.005 (-35%) per risalire un po' nel 2014 (12.359, cioè -33,1% rispetto al 2011). Allo stesso tempo, crollava anche il mercato nel suo complesso, da 1.749.092 vetture del 2011 a 1.360.453 del 2014 (-22,2%).

«All'uscita dalla crisi nel 2015 - ha spiegato Valente - il recupero delle auto interessate al superbollo è di solo il 3,8% nel 2016 rispetto ai volumi del

2011. È chiaro che il superbollo ha fallito, e solo eliminandolo si può ripristinare un potenziale di domanda tale da assicurare un ritorno fiscale capace di compensare totalmente la manovra e generare nuova occupazione».

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