Canone Rai sulle bollette elettriche (anche sulle seconde case)

Bollettini del canone agganciati alle utenze elettriche (anche delle case sfitte): è questa l'ultima idea del governo. Ma è già polemica

Canone Rai sulle bollette elettriche (anche sulle seconde case)

Tecnici di Palazzo Chigi a lavoro per riformare il canone Rai. L'obiettivo è questo: raccogliere i soldi attraverso le bollette della luce. L'importo da pagare sarà più basso, tra i 60 e gli 80 euro rispetto ai 113,50 attuali, ma in questo modo a pagare saranno tutti (o quasi). Basterà avere un'utenza elettrica e arriverà il bollettino. La cosa assurda è che si dovrà pagare anche sulle seconde e terze case e gli immobili sfitti (oggi esclusi). Un'altra tassa, dunque, che si andrà ad aggiungere alle tante che già gravano sul mattone. La bufera politica è già scoppiata. Forza Italia, Ncd, Lega e Scelta civica criticano duramente l'idea del governo. E, come scrive il Messaggero, anche l'Autority per l'Energia muove qualche appunto: "Modalità impropria di riscossione di difficile applicazione - dice il presidente Guido Bertoni - si rischia di creare ulteriore difficoltà nella comprensione della bolletta". Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, parla di "abominio" spiegando che "gli oneri di gestione sarebbero enormi". E una domanda, in tal senso, è d'obbligo: se una persona paga regolarmente la bolletta per l'elettricità ma per qualche ragione (giusta o sbagliata che sia) decide di non sborsare un euro alla Rai, il gestore cosa fa? Gli staccherà la corrente? Potrà farlo?

L'obiettivo che il governo si pone con questa rivoluzione del canone è ridurre l'enorme evasione fiscale, stimata in circa 450 milioni di euro all'anno. Se non tutti almeno 300 milioni il governo spera di recuperarli. E non sono proprio bruscolini.

Ovviamente cambierà anche la filosofia di fondo che sta alla base del canone Rai: non si pagherà più per il possesso di un televisore (o radio), basterà avere una qualsiasi apparecchiatura elettronica in grado di ricevere il segnale (computer, tablet, smartphone, radio). Il canone verrà inviato attraverso la bolletta dell'elettricità (così non si scappa!), ed è allo studio l'ipotesi, come dicevamo prima, di inlcudere anche eventuali secondo o terze case non affittate, sia pure a prezzo ridotto. La ratio è questa: chi ha un'utenza elettrica "ha per certo anche la disponibilità di un televisore e dunque deve pagare il canone". Vaglielo a spiegare che non ce l'hai. Ti diranno: va bene anche un pc, un tablet o un telefonino di quelli che si collegano a Internet. Bisogna pagare e zitti. E se non avete alcuno di questi apparecchi? Toccherà a voi dimostrarlo (si inverte l'onere della prova) inviando una raccomandata alla Rai per contestare la tassa. A quel punto scatterà il controllo attraverso gli uomini della Guardia di finanza che, autorizzati dall'Agenzia delle Entrate, potranno fare indagini per accertare se quanto da voi dichiarato sia vero oppure no (oggi questa indagine sul campo non è possibile, e i famosi controlli si fermano se i cittadini decidono di non far entrare gli ispettori Rai in casa).

Per venire incontro alle persone più disagiate è allo studio un'esenzione. Resta da stabilire la soglia di reddito (tenendo conto dell'indicatore Isee) entro la quale far scattare l'obbligo del pagamento. Si parla di 7.500 euro all'anno (625 al mese) per nucleo familiare. A occhio e croce sarebbero un milione le famiglie esentate. Troppe o troppo poche? Il governo non ha ancora deciso a riguardo.

Se nelle intenzioni del governo c'è l'esigenza di abbattere l'evasione del canone, che incide (e non poco) sui conti dello Stato, all'orizzonte si profila un rischio. Una volta sdoganato il principio che non si paga per un servizio (radio tv), potrebbe accadere questo: partendo dagli 80 euro iniziali (sulla base del principio "pagare meno, pagare tutti"), un domani il canone in bolletta potrebbe essere comodissimo per mettere le mani dritte dritte nelle tasche dei cittadini. Un po' come le accise (eterne) sulla benzina. E il tutto mescolato all'energia, quindi con poca visibilità (anche in caso di aumenti).

"È probabile che spacceranno tutto per una specie di "operazione equità" - scrive Amedeo Panci su Strade - con il solito mantra "pagare tutti per pagare meno". Che ci diranno che invece degli attuali 113 euro se ne dovranno pagare più o meno 80. Io però non mi fido. E non tanto perché già so che nel 2015 lo stato incasserebbe circa mezzo miliardo di euro in più con questa operazione. Non mi fido soprattutto di quello che potrebbe avvenire negli anni successivi. Perché in futuro il canone non sarà più alla luce del sole. Andrà a ingrossare le fila dei tanti oneri di sistema.

Tasse formalmente palesi ma nei fatti rese occulte dalla difficoltà di leggere e comprendere quello che è il costo finale dell'energia. Un costo caricato di oneri collaterali che il più delle volte nemmeno ci rendiamo conto di pagare". Andrà a finire davvero così? Ai posteri l'ardua sentenza.

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