La definizione di "prima casa" è cambiata per ben tre volte nel giro di sette anni. Il tutto ha creato dubbi sulle definizioni di "residenza" e "dimora" intasando di fatto i tribunali di controversie per i bonus legati all'abitazione principale. La sfumatura non va sottovalutata perché ad esempio ha avuto ripercussioni anche sul fronte delle ricostruzioni e ristrutturazioni post-terremoto. Di fatto, come ricorda la Stampa, dal 2009 al 2012 per prima casa si intende quella in cui si ha la "residenza anagrafica", oppure quella in cui "dimorano abitualmente i familiari". Ma dopo il terremoto dell'Emilia ecco che viene ritoccata la definizione e viene indicata come prima casa solo quella in cui c'è la "residenza anagrafica". Ma attenzione: quattro anni dopo, nel 2016, dopo il sisma del Centro Italia, un altro cambiamento, la prima casa è quella dove il proprietario dimora abitualmente e dove ha residenza anagrafica.
Con tutti questi cambiamenti in tribunale è arrivata una raffica di cause incrociate per tutti quei proprietari che hanno chiesto i bonus magari per case in cui hanno residenza e ma dove non risiedono abitualmente. Il tutto magari fatto in nome delle precedenti definizioni di "prima casa". Errori ad esempio che magari sono arrivati in buona fede.
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