Da Ferrari ad Alfa: le 9 spine di Marchionne

Ecco le questioni rimaste aperte, che aspettano risposte nel 2015. Il neopresidente del Cavallino alla prova coi tifosi della F1

Da Ferrari ad Alfa: le 9 spine di Marchionne

Il primo vero anno a regime di Fiat Chrysler Automobiles inizierà alle 7,45 (ora americana) di lunedì prossimo quando il presidente John Elkann e l'ad Sergio Marchionne, in una saletta del Cobo center di Detroit, a due passi dagli stand dell'annuale Salone dell'auto, risponderanno alle domande sugli sviluppi del nuovo gruppo. Due, in particolare, i temi che caratterizzeranno il 2015: Ferrari e Alfa Romeo.

Ma sono anche altre le questioni rimaste aperte dopo gli ultimi convulsi mesi della quotazione a Wall Street: nove i grandi quesiti che osservatori e mercato pongono a Marchionne e ad Elkann anche come azionista di controllo:

  1. A metà 2015, una volta concluso lo spin-off e avviata la quotazione del 10% di Ferrari, la holding Exor diventerà, con il 24%, azionista di controllo del Cavallino rampante. E un'ipotesi sarebbe l'accordo con il vicepresidente Piero Ferrari, possessore del 10%, per arrivare a un rafforzamento (34%) della quota di casa Agnelli.
  2. Come già accade per Fca e CnhI, anche per Ferrari è ipotizzabile lo strumento del voto multiplo allo scopo di dare più stabilità all'azionariato?
  3. Le società del lusso quotate sono oggetto di forti tassi di crescita. A questo proposito, e tenendo conto dell'esigenza di mantenere l'esclusività del marchio Ferrari, cosa prevedete quando il Cavallino sbarcherà in Borsa?
  4. Dal 13 ottobre, giorno del debutto a New York e a Milano del nuovo titolo Fca, a Piazza Affari le azioni sono cresciute del 36% in linea con quanto è successo a Wall Street. I volumi di scambio maggiori hanno però riguardato la piazza italiana. Visto il risultato, per Ferrari potrebbe essere premiata Milano come secondo mercato di quotazione.
  5. Il 24 giugno sarà lanciata la prima Alfa Romeo del nuovo corso, finora chiamata Giulia. Sembra, comunque, che sarà battezzata con un altro nome. Un nuovo giallo o ripensamento che sia. Inoltre, resta ancora da fare chiarezza sulla gamma di questo nuovo modello e sulla necessità di accelerare la messa in strada dell'offerta negli altri segmenti per consentire al marchio di essere competitivo il più rapidamente possibile con i concorrenti tedeschi.
  6. Torniamo al dopo Ferrari: concluso lo scorporo del Cavallino e stando alle affermazioni dell'ad Marchionne in una recente intervista, l'attenzione potrebbe spostarsi nuovamente su Fca e sulla sua fusione con un altro costruttore dalla quale potrebbe nascere il primo produttore mondiale di auto. Un accordo in tal senso porterà ancora la firma di Sergio Marchionne o del suo successore?
  7. E a proposito di successori, se Marchionne lascerà, come sembra, dopo il 2018. All'interno del gruppo sarebbe già avvenuta una prima selezione. In pole ci sarebbero, tra gli altri, Harald Wester, il cui futuro è comunque legato al successo del piano Alfa Romeo: l'americano Mike Manley, capo di Jeep e dell'area Asia-Pacifico; e Alfredo Altavilla, responsabile dei mercati Emea.
  8. Una volta lasciata Fca, Marchionne resterà presidente di Ferrari? Ipotesi plausibile visto che, oltre alla famiglia Agnelli, al quale è indispensabile, il top manager sembra piacere molto anche a Piero Ferrari, il quale, intervistato dalla Gazzetta , lo ha paragonato per certi versi a sua papà Enzo.
  9. Il 30 gennaio prossimo è la data della presentazione della nuova monoposto di F1. E toccherà al neopresidente Marchionne fare gli onori di casa: l'evento rappresenterà il suo vero debutto ufficiale nel difficile contesto sportivo. Se in Fca Marchionne si trova contro Maurizio Landini della Fiom, in Formula 1 se le cose non andranno per il verso giusto è come se di Landini ce ne fossero infinitamente di più. Come reagirà alle possibili critiche?
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