Cipro, ok al prelievo del 20% sui conti

Colpiti i depositi oltre i 100mila euro presso la Banca centrale. Oggi il piano all'esame dell'Eurogruppo. Rehn: "Il lavoro prosegue, ma restano solo scelte dure"

Cipro, ok al prelievo del 20% sui conti

Cipro, il «piano B» è pronto: a un soffio dalla scadenza dall'ultimatum della Bce, che minaccia di tagliare liquidità alle banche, il governo di Nicosia e la Troika (Ue, Bce e Fmi) hanno concordato un prelievo forzoso del 20% sui depositi bancari di oltre 100mila euro, custoditi nella Banca di Cipro, e del 4% su quelli per lo stesso ammontare in altri istituti. Ai risparmiatori, secondo fonti cipriote, potrebbero essere date in cambio obbligazioni statali. Un sacrificio indispensabile per raccogliere i 6 miliardi di euro - oltre un terzo del Pil dell'isola - indispensabili a Cipro per poter beneficiare del piano di salvataggio europeo da 10 miliardi ed evitare la bancarotta. Il presidente cipriota Nicos Anastasiades è ottimista: «Stiamo qui e lavoriamo con energia per salvare l'economia», ha scritto su Twitter, aggiungendo che «stiamo facendo tutti gli sforzi possibili. Spero di avere presto risultati». Il lavoro per trovare un accordo proseguirà dunque nelle prossime ore, dopo una giornata di discussioni frenetiche tra la delegazione della Troika e il ministro delle Finanze cipriote, Michalis Sarris. «Ci sono stati dei progressi significativi in vista di un accordo. Durante le discussioni, sono stati toccati diversi argomenti sui quali dobbiamo ancora lavorare», ha spiegato in serata ai leader dei partiti il ministro delle Finanze. Sul tavolo c'è anche il destino della seconda banca del Paese, la Laiki Bank, quella più in difficoltà: verrà con ogni probabilità scorporata per dare vita a una «bad bank» dove far confluire tutti gli asset tossici. Evitata invece la nazionalizzazione dei fondi pensionistici di enti statali e parastatali.
Non lascia molte speranze, comunque, il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn: per Cipro non ci sono più «soluzioni ottimali disponibili», ha puntualizzato, ma restano soltanto «scelte dure». Oggi il piano di salvataggio passerà l'esame dell'Eurogruppo: subito dopo, il presidente Anastasiades incontrerà a Bruxelles i presidenti del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Poi, toccherà al Parlamento di Nicosia riunirsi per approvare le nuove misure d'emergenza, che si aggiungeranno a quelle adottate venerdì, tra cui la ristrutturazione del settore bancario e la creazione di un fondo di solidarietà.Intanto a Cipro la situazione si sta facendo drammatica: centinaia di dipendenti bancari hanno manifestato a Nicosia nel timore di perdere il proprio posto di lavoro. E l'arcivescovo Chrysostomos II, capo della potente Chiesa greco-ortodossa cipriota, si è detto favorevole a un'eventuale uscita regolata dell'isola dall'Eurozona.

L'alto prelato - che nei giorni scorsi ha messo a disposizione dello Stato cipriota gli ingenti beni immobiliari della Chiesa, affinchè vadano a far parte di un fondo di solidarietà nazionale - ha ha poi denunciato le responsabilità dell'ex presidente comunista Dimitris Christofias «I governanti comunisti ci hanno portato alla catastrofe e alcuni di loro dovrebbero andare in galera».

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