A Cipro regna il caos Si vota sul prelievo dai conti correnti

Berlino se ne lava le mani, la Borsa di Nicosia sospende gli scambi, le banche chiudono e in piazza monta la protesta

Berlino se ne lava le mani, la Borsa di Nicosia sospende gli scambi, le banche chiudono e in piazza monta la protesta. L'ipotesi di un prelievo forzoso dai conti correnti dei contribuenti ciprioti ha scatenato il caos nell'isola di Afrodite.

Al momento, la proposta di applicare un prelievo del 6,75% sui depositi nelle banche fino a 100.000 euro e dello 0,9% su quelli eccedenti questa soglia non dispone di una maggioranza a favore nel Parlamento dell’isola. Per questo motivo, è pronto una sorta di compromesso: secondo una nuova bozza di proposta, in vista del voto in parlamento oggi pomeriggio, saranno esentati i depositi bancari fino a 20.000 euro, mentre per le somme tra 20.000 e 10.000 euro sarà applicata una tassa del 6,75% e per quelle superiori a 100.000 euro del 9,9%. Questa ipotesi ha subito ricevuto il consenso del Fondo Monetario Internazionale. "Noi ovviamente sosteniamo pienamente le intenzioni delle autorità cipriote di introdurre tassi più progressivi nel prelievo una tantum o un concambio depositi-azioni" per conseguire l’obiettivo concordato di 5,8 miliardi di euro, ha dichiarato il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, intervenendo a una conferenza a Francoforte. Di diverso parere invece la Banca centrale cipriota, secondo cui "se i piccoli risparmiatori saranno esclusi dal prelievo forzoso proposto dall’Eurogruppo il governo di Nicosia non ce la farà a raccogliere dai depositi bancari la somma di 5,8 miliardi di euro chiesta dall’Ue".

La situazione è appesa a un filo. Perché se non dovesse essere approvata la proposta di esproprio bancario, sarebbe a rischio la concessione di aiuti fino a un massimo di 10 miliardi di euro a Cipro. La coalizione di governo dispone soltanto della metà dei voti a disposizione, 28 su 56, e dipende dall’appoggio dell’opposizione. Tuttavia, secondo il sito online della tv tedesca ’N-tv’, 28 deputati hanno già detto che non voteranno la proposta. All'appello del governo manca il voto di una deputata, che è stata richiamata in tutta fretta in patria dall'Argentina. Occhi puntati sull'isola, dunque. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il ministro delle finanze cipriota, Michalis Sarris, si recherà in giornata a Mosca per discutere di possibili nuovi prestiti all’isola. E proprio lo stesso ministro, secondo quanto riporta Cnbc, avrebbe però rassegnato le dimissioni. Dimissioni che il presidente Nicos Anastasiades non avrebbe ancora accettato.

Intanto, non si placa la tensione davanti al Parlamento di Cipro, dove oggi sono in programma nuove proteste. Le banche dell’isola restano chiuse, riapriranno solo giovedì, per evitare una corsa al prelievo di denaro dai depositi. A seguito di questa decisione, la Borsa di Nicosia ha annunciato la sospensione delle contrattazioni per la giornata di oggi e di domani. "Si è deciso di sospendere gli scambi dei titoli azionari al fine di garantire il buon funzionamento della Borsa e di proteggere gli investitori", si legge in un comunicato diffuso dalla Cyprus Stock Exchange (CSE).

Le previsioni non sono rosee però. Secondo il presidente della Banca Centrale cipriota, Panicos Demetriades, le banche dell'isola "perderanno oltre il 10% dei depositi nei primi giorni se sarà imposto il prelievo forzoso richiesto nell’ambito del piano di salvataggio".

Infine, la Germania ha tenuto a precisare che non ha alcuna responsabilità sulle modalità attraverso le quali si attuerà il prelievo forzoso a Cipro. "Questa è una decisione di Cipro, la responsabilità non è né del governo tedesco né di governi di altri paesi europei", ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble.

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