Cinzia Meoni
Il fondo di private equity inglese Cvc, già presente nel mercato farmaceutico italiano con Doc Generici, sarebbe a un passo da Recordati. Lo scrive l'edizione online del Financial Times secondo cui l'accordo definitivo potrebbe essere raggiunto già entro la fine di giugno. Recordati, interpellata, non commenta. Ma trapelano già i possibili dettagli.
Si parla di una valutazione della società, debito compreso, di 8 miliardi circa (38 euro per azione) pari a 25 volte gli utili attesi a fine anno. E la Borsa ci crede: il titolo balza in alto e chiude la seduta in rialzo del 2,6% a 33,5 euro.
La vendita di un'altra impresa familiare, riconosciuta come eccellenza farmaceutica nel mondo grazie alla Lercanidipina, è una delle soluzioni più utilizzate, anche recentemente (il 41% di Missoni), per risolvere il nodo del passaggio generazione. Recordati è stata fondata nel 1926 dall'omonima famiglia di speziali ed è approdata in Borsa nel 1984 con una capitalizzazione di 26 milioni di euro. Trentaquattro anni dopo, Recordati rimane il solo gruppo pharma quotato in Piazza Affari ma, nel frattempo, la capitalizzazione è decollata e sfiora i 7 miliardi.
La società è controllata dalla famiglia Recordati che detiene il 51,2% del capitale tramite la finanziaria Fimei, è guidata da Andrea Recordati e presieduta da Alberto Recordati. Di vendita si parla sin dall'estate del 2016 quando era mancato il fondatore, Giovanni Recordati. All'epoca, tra gli interlocutori, si erano presentati i cinesi Shanghai Fosun Pharmaceutical Group e Luye Pharma, ma le discussioni si erano chiuse con un nulla di fatto. Alla porta dei Recordati avevano poi bussato anche i fondi, tra cui Bain Capital e Cinven che lo scorso anno avevano unito le forze per la tedesca Stada. Quanto a Cvc, su cui i fari si sono accesi un mese fa, le trattative sarebbero state avviate a fine 2017 per poi essere sospese in vista delle elezioni di marzo e riprese con la formazione del nuovo governo.
Oggi Recordati conta su un giro d'affari annuale di 1,28 miliardi e un
utile netto di 288 milioni. Il gruppo ha chiuso il primo trimestre con 366,5 milioni di ricavi (+7,2% rispetto al 2017), un margine operativo lordo di 134,4 milioni(+14,2%) e un debito finanziario netto di 484,6 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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