Pian piano prende il Def prende corpo. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, dopo aver incontrato a Bucarest i Commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, al vertice odierno di Palazzo Chigi proporrà una sforbiciata al deficit strutturale di quest’anno pari allo 0,1% del Pil, ossia più di un miliardo.
Il Def conferma che siamo in una fase di recessione dell’economia mondiale dovuta alla Brexit, alla guerra commerciale tra gli Usa e la Cina e alla frenata della locomotiva tedesca. La crescita dell’Italia, inizialmente prevista dell’1%, sarà dello 0,1% e il deficit salirà al 2,4%. Tria vorrebbe attuare una sforbiciata al deficit strutturale pari allo 0,1% del Pil per recuperare 1 milardo e mezzo. Il governo, però, non sembra intenzionato a varare una manovra correttiva e ad aumentare l’Iva anche se non spiega come recupererà le risorse necessarie per evitare tutto questo. Ma il vero nodo è la flat tax per le famiglie che la Lega vuole sia presente nel Def. Tria, si legge sul Corriere della Sera, vorrebbe restare sul vago e, quindi, non essere costretto a indicare come finanziare quegli sgravi e, per tacitare l’Ue, vorrebbe mantenere la temporaneità di Quota 100. Lo sblocca-cantieri e il decreto crescita, secondo i calcoli del Mef, dovrebbe aumentare il Pil dello 0,3%, mentre dai tagli ai ministeri dovrebbero arrivare 2 miliardi.
Si tratta di fondi ministeriali relativi agli incentivi alle imprese (640 milioni), alla mobilità locale (300), ma anche all’università (70) e ai diritti sociali e alla famiglia (40). Infine c’è il capitolo privatizzazioni da un lato (19 miliardi) e dismissioni delle caserme dall’altro (1 miliardo). Soldi che servirebbero ad abbattere il debito ma che difficilmente potrebbero essere sufficienti.
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