Parterre di eccezione per i primi 15 anni di Unicredit che si prepara ad affrontare le sfide future a iniziare da quelle legate alla governance posto che, con l'approvazione del bilancio 2014, è in programma il rinnovo del cda. E già c'è chi ipotizza un ingresso dei fondi stranieri o la possibilità di introdurre il voto plurimo su cui il top management appare possibilista. Quanto al rinnovo del vertice il presidente Giuseppe Vita si è detto disponibile a un secondo mandato «se i risultati saranno buoni e i soci soddisfatti». Non meno impegnative saranno le prossime sfide legate alla ricerca futura della redditività e al business bancario, nonostante gli stress test siano stati archiviati con risultati soddisfacenti, come sottolineato dall'ad Federico Ghizzoni che poi ha sottolineato come a settembre il gruppo abbia registrato «un buffer (cuscinetto) di capitale del 10,4% rispetto all'8,7% riconosciuto dall'Eba».
A celebrare il colosso del credito che in Italia ha concorso complessivamente a generare il 4,6% del Pil, era presente tutta la prima linea del gruppo, cariche istituzionali, esperti economisti, Confindustria (con il presidente Giorgio Squinzi) e un rivale di eccezione come Giovanni Bazoli, presidente di Intesa.
A parlare di riforme economiche, stress test e sfide per le banche c'era anche il governo, rappresentato da Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme Costituzionali. Più due ex ministri del Tesoro, Piero Barucci e Fabrizio Saccomanni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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