Dopo tre mesi di voci, indiscrezioni, conferme e smentite, questa sarà la settimana decisiva per le nomine nelle società a controllo pubblico, quotate e no. Entro sabato 12 il Mef comunicherà le liste dei cda con i nomi dei futuri «ad» e presidenti di Eni, Enel, Finmeccanica, Terna, Poste (avviata verso la Borsa) più le altre società minori. Per le quotate si chiuderà una fase di incertezza che ha pesato non poco sull'andamento dei titoli in questi primi mesi del 2014. Ma ora ci siamo, in queste ore si stringono i tempi. E non senza tensioni: il premier Matteo Renzi avrà l'ultima parola e sa bene che dalle liste dipenderà un giudizio sulla sua reale volontà di cambiamento e capacità di incidere su equilibri tra poteri forti. Non a caso le prime liste dei nomi papabili per i posti di consigliere d'amministrazione, uscite dal Mef con la consulenza con i cacciatori di Spencer Stuart e Korn Ferryper per essere esaminate a Palazzo Chigi, sembra non siano state prese bene dallo staff del premier, che ci ha trovato dentro troppi nomi triti e ritriti. Come se esistesse un doppio binario: da un lato il vecchio modo di ragionare di via XX Settembre, dall'altro il nuovo corso renziano che punta tutto sul rinnovamento, di metodo e di uomini. Per questo si prevedono molte soprese, e non solo per la prima linea degli ad. In ogni caso l'agenda è questa: stasera Renzi e i suoi chiuderanno i giochi; entro domani sera è previsto il confronto all'interno della maggioranza, in particolare con Lupi e Alfano; giovedì gli spazi per eventuali mediazioni finali con l'opposizione; venerdì liste pronte a mercati chiusi.
Eni, il titolo con i freni tirati vuole chiarezza per tornare a marciare
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