Germania, anche la Merkel ha la sua Mps: la banca di Brema rischia il crac

Le regole Ue che impediscono di soccorrere una banca con denaro pubblico sono un problema anche tedesco. Germania alle prese col fallimento della Bremer Landesbank

Germania, anche la Merkel ha la sua Mps: la banca di Brema rischia il crac

Le regole europee che impediscono di soccorrere una banca in crisi con il denaro pubblico, e alimentano tensioni tra Roma e Berlino, sono diventate anche un problema della Germania. Anche la cancelliera Angela Merkel ha la sua Mps. Si tratta della Bremer Landesbank, un istituto molto più piccolo rispetto a quello senese ma che rischia ugualmente di finire a gambe all'aria.

Come riporta il sito di Handelsblatt, il governatore del Landen della Bassa Sassonia, il socialdemocratico Stephen Weil, di fronte alla crisi della Bremer Landesbank, ha dovuto constatare l'impossibilità di "ricorrere alla maniera classica, ovvero un aumento di capitale finanziato da entrambi gli azionisti", come suggerito dal sindaco di Brema e collega di partito Carsten Sielin, che è inoltre presidente del Bundesrat. "Faremo ogni sforzo per salvare la banca", ha comunque promesso Weil. La Bremer Landesbank, nei guai per la forte esposizione al settore navale oggi in crisi per il rallentamento del commercio mondiale, è infatti controllata al 55% dalla Nord Landesbank della Bassa Sassonia e al 45% dallo Stato di Brema, una piccola enclave della Bassa Sassonia che, regole comunitarie o no, avrebbe comunque qualche difficoltà a mettere insieme i fondi necessari, date le piccole dimensioni.

Di recente l'istituto ha comunicato una svalutazione da 400 milioni di euro sui prestiti al settore navale. "Questo genere di prestiti hanno messo la Bremer Landesbank in pericolo", scrive il quotidiano tedesco spiegando che "la banca non può sopravvivere senza l'aiuto del governo ma un'iniezione di capitale diretta sembra ora improbabile".

Una soluzione potrebbe essere un assorbimento da parte della capogruppo Nord Lb, che però soffre di problemi analoghi, avendo emesso un profit warning lo scorso maggio dopo aver accantonato altri 435 milioni di euro per coprire eventuali perdite, anch'esse legate ai prestiti al settore navale. E, se da Berlino arrivassero delle deroghe sugli aiuti pubblici, non sarebbe più possibile negarle a Roma.

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