La Grecia si prepara al peggio. Dopo i negoziati sfumati nelle ultime ore per il ripetuto no di Berlino, adesso Atene è pronta a tuffarsi in uno dei referndum più importanti della sua storia. Se domenica vincesse il sì, come sembra possibile visto il panico nel Paese, Tsipras lascerebbe a un nuovo governo: o di unità nazionale, con l’ex governatore Provoupoulos, o un esecutivo composto dai soli moderati di Syriza, dal Pasok e dai filo-europei di Potami, con Dragasakis come premier.
Ma se invece dovesse prevalere il no allora lo scenario sarebbe ben diverso. Varoufakis ha già le idee chiare e ha esposto il suo piano a Tsipras. L’idea è quella di un nuovo "veicolo monetario" parallelo, solo in teoria convertibile alla pari con l’euro, ma necessario per ricapitalizzare le banche e permettere agli istituit di credito la riapertura prima che possa esplodere una rivolta per le strade di Atene. Quello che Varoufakis vorrebbe eviatre è l'"Ucrainizzazione" della Grecia.
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