Di austerità si può anche morire. E questo è un fatto dimostrato dalle enormi difficoltà che stanno affrontando in questi ultimi anni numerosi Paesi dell'Unione europea a seguito delle sciagurate normative restrittive imposte da Bruxelles alla finanza pubblica degli Stati aderenti all'Ue. Una serie infinita di vincoli che stanno strozzando le economie dei Paesi alla "periferia" dell'Europa, impossibilitati ad utilizzare la leva della spesa pubblica per far ripartire la boccheggiante economia.
Non solo Grecia, Spagna e Portogallo ma anche l'Italia è costretta a dissanguare imprese e famiglie in ossequio al rigore di bilancio imposto dai vertici dell'Ue su precisa richiesta della cancelliera tedesca Angela Merkel. Ma ora anche la Germania inizia a subire le conseguenze della stagnazione economica. Un mercato in crescente difficoltà, i consumi interni che languono e le esportazioni che cominciano ad arrancare. Berlino tace ma è sempre più evidente che se non ci saranno significative svolte a breve termine, l'intero progetto di costruzione di un'unione economica e politica europea potrebbe andare in frantumi sotto i colpi della cieca applicazione di cure e medicine economiche utili solo a far morire il paziente.
A dispetto di queste scelte scellerate, un Paese come il Kazakhstan ha ben pensato di crearsi nel tempo un Fondo nazionale di stabilità, utilizzando le risorse derivanti dall'esportazione di gas e petrolio presenti in grande quantità nel sottosuolo della Repubblica centrasiatica. Un Fondo che ora, in tempi di vacche magre, verrà utilizzato per rilanciare l'economia nazionale e sostenere le spese nel settore del welfare per il miglioramento delle condizioni sociali della popolazione.
Un importante supporto allo sviluppo economico del Paese grazie al notevole incremento degli investimenti in infrastrutture che deriveranno dal Fondo nazionale di stabilizzazione in ordine a quella che, in Europa, chiamano "politica responsabile".
Una notizia, questa, che è stata data l'11 novembre direttamente dal Presidente della Repubblica del Kazakhstan Nursultan Nazarbayev, nel corso del discorso annuale alla Nazione, tenutosi dopo una riunione allargata del consiglio politico del partito di maggioranza "Nur Otan". Nel suo discorso, Nazarbayev indica le linee guida del futuro sviluppo del suo Paese e dei rapporti di collaborazione e cooperazione a livello globale, lanciando un messaggio - che suona come un esempio da seguire - per l'Unione europea.
Un messaggio rilanciato anche dal Sen. Sergio Divina che, parlando alla TV nazionale del Kazakhstan, ha espresso un apprezzamento per il discorso del Presidente Nazarbayev. "Anticipando l'imminente arrivo di un periodo difficile per l'economia - ha dichiarato Divina - il Kazakhstan è riuscito a creare in tempo una riserva finanziaria, che ora può utilizzare. In Italia e in Europa non esiste nessuna possibilità del genere. Abbiamo provato in passato a creare qualcosa di simile, ma purtroppo senza successo. Un fondo di stabilizzazione ci avrebbe aiutato molto in questi tempi di crisi economica".
Nel discorso alla Nazione, Nazarbayev, dopo aver ripercorso le tappe che hanno condotto alla crisi finanziaria internazionale e alla nascita delle nuove minacce economiche e geopolitiche nello scacchiere globale, si è soffermato sulle preoccupazioni per l’ulteriore rallentamento della crescita economica evidenziate anche dal Fondo monetario internazionale. Da qui, l'avvio di una nuova politica economica che il Presidente kazako ha definito "Nurly Jol" - la Via della Luce.
Perché Astana ha compreso che è arrivato il momento per utilizzare le riserve del Fondo Nazionale creato nel 2000, uno tra i primi nello spazio post-sovietico, con l'obiettivo di strutturare le riserve nazionali diminuendo inoltre la dipendenza del bilancio dalla congiuntura dei prezzi mondiali.
E così la costituzione di un fondo che attualmente gode di 80 bilioni di dollari di riserve comprensivi di riserve valutarie pari a 105,1 miliardi di dollari.
Nel 2015 saranno assegnati i primi 3 miliardi di dollari dei 10 miliardi previsti su base triennale. Serviranno per prestiti agevolati alle Pmi ed anche alle grandi imprese, ma saranno utilizzati anche per il rilancio del settore bancario, eliminando i prestiti incagliati e le sofferenze.
Inoltre si punterà a rafforzare le infrastrutture in modo da agevolare l’arrivo di nuovi investimenti. Si partirà con il completamento del "porto secco"(una base per la logistica ed i trasporti) e con la realizzazione delle infrastrutture per le zone economiche speciali "Khorgos - porta orientale" e il "Parco Tecnologico Nazionale Petrolchimico Industriale" nelle città di Atyrau e di Taraz.
Ovviamente non verranno dimenticati gli investimenti in vista dell’Expo 2017, con ulteriori risorse destinate al progetto. Verrà, in particolare, potenziato l’aeroporto di Astana che quest’anno arriverà alla saturazione con 3,5 milioni di passeggeri. Per questo verrà costruito un nuovo terminal e si interverrà sulle piste, per arrivare all’appuntamento dell’Expo con una potenzialità di oltre 7 milioni di passeggeri.
Lo sviluppo delle infrastrutture sarà il cuore della nuova politica economica, un progetto quinquennale e che vedrà il coinvolgimento di oltre 100 aziende straniere. Gli obiettivi prevedono lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e della logistica, delle infrastrutture industriali e di quelle energetiche, la modernizzazione delle infrastrutture delle aziende municipali dei servizi residenziali e dei sistemi di approvvigionamento idrico, il rafforzamento delle infrastrutture abitative, il potenziamento di quelle sociali e il sostegno alle piccole e medie imprese e alle attività imprenditoriali.
Gli investimenti previsti saranno accompagnati dall'attuazione di riforme strutturali necessarie nei settori pertinenti dell'economia. Per questo saranno realizzati progetti con le organizzazioni finanziarie internazionali. Ad esempio, la Banca Mondiale, la Banca asiatica di sviluppo, BERS e IDB sono pronte a stanziare la somma di circa 9 miliardi di dollari nei 90 progetti prioritari.
I fondi stanziati sono finalizzati a sostenere l'attività di investimento, evitare la diminuzione dei redditi della popolazione e stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro. Ciò garantirà la crescita sostenibile dell'economia nel breve e medio termine.Daniele Lazzeri
Chairman del think tank “Il Nodo di Gordio”
www.NododiGordio.org
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