Il 21 settembre 2010 Alessandro Profumo si dimette dalla carica di amministratore delegato di Unicredit al fine di evitare uno scontro tra i grandi azionisti nel cda.
Ma nel 2009, ovvero a fine reggenza e quando nel capitale della banca sono già spuntati i soci libici, la banca da lui guidata ospita e prende parte a numerosi incontri organizzati da Organizzazioni non governative, tra cui una conferenza a Monaco della tedesca Urgewald, ospitata dalla controllata Hvb e incentrata sul settore della Difesa, «in occasione della quale abbiamo presentato la nostra Policy in tema di Difesa e Armamenti», si legge nel bilancio di sostenibilità del 2009 dove si evidenziano «i rischi reputazionali connessi al settore della difesa/armamenti». Nell'ottobre dello stesso anno, Finmeccanica emette un bond da 600 milioni che vede Unicredit nel pool di banche incaricate di seguire l'operazione come joint book runners. Quel bond «si inquadra nella strategia di provvista finanziaria del gruppo volta al rafforzamento della solidità patrimoniale del gruppo, attraverso successivi rimborsi di quote del prestito bancario utilizzato per l'acquisizione di Drs Technologies», si legge in una nota diffusa al tempo da Finmeccanica. Di cui oggi Profumo è amministratore delegato in pectore (ieri pomeriggio è stato ricevuto dal premier Gentiloni a Palazzo Chigi).
Quindi riassumendo: come banchiere, nel rispetto degli standard etici, decide di non supportare il settore Difesa (bond, a parte). Come ex banchiere prende la guida di un colosso della Difesa del calibro di Leonardo-Finmeccanica. Che voglia eticizzare anche il gruppo di piazza Montegrappa? Chissà.
Da quel che si mormora nei palazzi romani il mandato dell'ex banchiere potrebbe essere quello di dismettere una parte del settore armi di Leonardo, uscire dagli Stati Uniti vendendo la quota di minoranza della controllata Drs che opera nel comparto dei componenti elettronici per la difesa americana (ironia della sorte, nel 2009 Profumo aiutò Finmeccanica ad acquistarla con il bond suddetto) e togliendosi dall'impiccio delle ricadute industriali e occupazionali del progetto degli aerei da combattimento F35 che i pacifisti «di lotta e di governo» hanno sempre visto con il fumo negli occhi perché troppo «yankee».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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