L'Europa boccia le nozze sfuma la «Super Borsa» tra Londra e Francoforte

Altolà dell'Antitrust, pesa la mancata vendita dell'italiana Mts. Vestager: «Era monopolio»

Cinzia Meoni

Nel giorno in cui è stata ufficialmente avviata la procedura di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, Bruxelles ha definitivamente bloccato il matrimonio tra la Deutsche Boerse e il London Stock Exchange che, tra l'altro, controlla anche Piazza Affari. Lo ha annunciato Margrethe Vestager, commissaria Ue alla Concorrenza, a conclusione dell'indagine, avviata a settembre, sul progetto di nozze che avrebbe dato vita a un polo da oltre 30 miliardi di euro di capitalizzazione. «La concentrazione fra Deutsche Boerse e Lse - ha spiegato Vestager - avrebbe considerevolmente ridotto la concorrenza con la creazione di un monopolio in un settore chiave. Poiché le parti in causa non hanno proposto le misure correttive necessarie a sollevare tali timori, la Commissione ha deciso di vietare la fusione».

In particolare, a giudizio della Commissione, l'unione tra le due piattaforme avrebbe creato una situazione di monopolio sui servizi di compensazione degli strumenti a reddito fisso (obbligazioni e accordi di riacquisto di obbligazione), visto che solo la Deutsche Boerse e il London Stock Exchange forniscono in Europa simili servizi tramite Eurex a Francoforte e, per l'Lse, le piattaforme Lch Clearnet di Londra e Parigi. Per Bruxelles, in definitiva, «un tale monopolio avrebbe avuto un effetto di trascinamento sui mercati a valle della conservazione dei titoli e della gestione delle garanzie».

Il nodo del contendere peraltro è legata proprio a un'attività italiana: l'Mts, mercato secondario all'ingrosso che presidia gli scambi sui titoli di Stato e partecipato per il 40% del capitale da un consorzio di banche. Vestager ha ammesso che la cessione dell'Mts sarebbe stata a soluzione più semplice per risolvere i problemi di concorrenza sollevati dal progetto di fusione. «La cessione di Mts, un asset relativamente limitato in rapporto alla valorizzazione e alle entrate cumulate delle parti, avrebbe costituito una soluzione chiara e senza ambiguità» ha sentenziato la commissaria Ue. Londra tuttavia si è opposta.

L'Mts è di valore strategico sia per Londra che per Roma. Sui circuiti della piattaforma sono infatti scambiati ogni giorno 93 miliardi di titoli per controvalore, in gran parte legati al debito italiano (il che significa che il 70-80% degli scambi sui titoli di Stato italiani effettuati su mercati secondari passano da qui).

Un mese fa, quando la Commissione europea aveva suggerito la cessione dell'Mts per risolvere i problemi di Antitrust, Londra aveva sottolineato che l'Mts partecipava in «proporzione significativa» ai ricavi e alla redditività del gruppo.

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