Una doccia fredda, anzi ghiacciata. L'Unione europea mette a nudo Matteo Renzi bocciando le sue misure economiche e chiedendo, entro la fine dell'anno, "sforzi aggiuntivi" per "rispettare i requisiti del patto di stabilità e di crescita". Tradotto in parole povere: se il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan non metterà a punto, quanto prima, una manovra correttiva, il sistema Italia rischierà di sforare gli argini imposti dalla Ue. A questo punto il premier non potrà far finta di niente e dovrà adeguarsi alle raccomandazioni contenute nel report della Commissione europea. E per gli italiani si tradurrà, inevitabilmente, in una nuova ondata di tasse.
Alla fine è stato inutile. In una staffetta quotidiana gli economisti del Tesoro si sono alternati a rilasciare dichiarazioni ottimistiche per smentire l'esigenza di una manovra correttiva. Padoan, in primissima linea, ha ripetuto, quasi allo sfinimento, che: no, non ce n'è bisogno. Da ultimo anche il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta a sprovato a scacciare i fantasmi di una nuova stangata. "Se la spending review si conferma e la timida ripresa che vediamo si irrobustisce - ha detto in mattinata a margine delle celebrazioni per la festa della Repubblica al sacrario di Redipuglia - siamo in grado di farcela". Poi, è bastato leggere il report della Commissione europea per far cadere il castello di sabbia di Renzi. In realtà, nei giorni scorsi, la Banca d'Italia aveva già calcolato che, per centrare l'obiettivo di calo del deficit il prossimo anno e confermare il bonus Irpef di 80 euro anche nel 2015, il governo dovrebbe andare a reperire risorse per almeno 14 miliardi di euro. Le stesse preoccupazioni sono contenute nella pagella di Bruxelles sui conti pubblici italiani. Secondo la Commissione europea, infatti, Renzi deve "rafforzare le misure di bilancio per il 2014" visto lo "scarto" nel rispetto della "regola di riduzione del debito". Nel 2015, poi, dovrà "operare un sostanziale rafforzamento della strategia di bilancio" per poter "assicurare che il debito sia su un percorso discesa sufficiente".
Renzi riesce a scongiurare il "no" dell'Unione europea alla richiesta di avere più tempo per raggiungere il pareggio strutturale dei conti pubblici. Durante una durissima trattativa notturma è stata, infatti, cancellato dalla bozza del testo il passaggio in cui la Commissione chiudeva alla richiesta italiana di una deviazione del percorso concordato per l'aggiustamento dei conti. In questo modo, l'Italia è riuscita a rivaire il pareggio strutturale al 2016. Il governo ha, così, un anno in più far quadrare i conti disastrati mettere a punto quelle "misure aggiuntive" caldamente consigliate da Bruxelles e che, secondo fonti vicine al Tesoro, si tradurranno in una manovra economica. "Il raggiungimento degli obiettivi di bilancio - si legge nel report - non è totalmente suffragato da misure sufficientemente dettagliate soprattutto dal 2015".
L'Italia non è bocciata, ma rimandata a settembre. Renzi ha tempo fino al prossimo autunno per correggere la deviazione dagli obiettivi di equilibrio, 0,6 punti di pil, e reperire almeno 9 miliardi di euro. Sa già cosa deve fare. E lo farà. E se anche non dovesse ricordarlo ci pensa Angela Merkel a rinfrescargli la memoria.
"Per il governo tedesco è un buon consiglio attenersi alle regole stabilite insieme - ha commentato Steffen Seibert, portavoce della cancelliera - e questo riguarda anche patto di stabilità e crescita". Renzi è avvisato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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