Dopo i dati sul lavoro e quelli sulla fiducia, una nuova "batosta" arriva per Matteo Renzi dall'Istat, che conferma la crescita zero e rivede la stima lievemente al rialzo dallo 0,7 allo 0,8% su base annua.
Nel secondo trimestre del 2016, infatti, il prodotto interno lordo (Pil) è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre del 2015. La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,7%. Secondo l'Istat, inoltre, nel II trimestre si sono rilevati incrementi congiunturali per agricoltura (0,5%), servizi (0,2%) mentre per l'industria si è avuto un calo dello 0,6%. Sempre nello stesso periodo, inoltre, la spesa delle famiglie è cresciuta dello 0,1% rispetto al I trimestre e dell'1,2% rispetto al II trimestre del 2015.
E dire che solo due giorni fa il Tesoro si diceva sicuro del ritorno del segno positivo. E che anche oggi il premier si copre gli occhi e fa finta di non vedere: "Il problema del 2016 non è l'economia, non perché vada bene, anzi.
Ma se guardiamo da settembre 2015 ad oggi, molte questioni politiche di rilevante importanza sono sul tavolo della comunità internazionale e necessitano di risposte inedite", dice Renzi a Cernobbio, cercando di spostare l'attenzione su altro, "L'Italia prosegue la lunga marcia, il 2016 si chiuderà meglio del 2015, che si è chiuso meglio del 2014, che si è chiuso meglio del 2013, che si è chiuso meglio del 2012. In Italia c'è un unica parola d'ordine: ridurre la pressione fiscale. Èl'unica opera infrastrutturale necessaria"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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