Manovra, lo spread schizza a 267 punti. Piazza Affari va a fondo: bruciati 25 miliardi di euro

Forti ribassi sul mercato azionario dopo il via libera al Def che fissa il deficit al 2,4%. Ripercussioni su tutti i listini europei

Manovra, lo spread schizza a 267 punti. Piazza Affari va a fondo: bruciati 25 miliardi di euro

La collisione sui mercati azionari era già scritta. Ieri sera, quando il governo ha fissato al 2,4% l'asticella del rapporto deficit/pil, aveva probabilmente messo in conto lo smottamento delle Borse e l'impennata dello spread. Questa mattina le Borse europee hanno infatti aperto in calo sulla scia dell'approvazione della nota di aggiornamento al Def da parte del Consiglio dei ministri, e del conseguente calo di Piazza Affari. Calo che nel corso della giornata si è ampliato fino a chiudere a -3,72%. A risentirne è stato anche il differenziale di rendimento tra il Btp benchmark scadenza dicembre 2028 e il Bund tedesco che è arrivato a toccare i 280 punti base (dai 237 della chiusura di ieri) per poi ripiegare sui 267. Con la seduta di oggi, la Borsa di Milano ha perso circa 25 miliardi di euro di capitalizzazione. L'indice All-Share, infatti, partiva da una capitalizzazione di 721 miliardi e ha lasciato sul terreno il 3,51%, calando quindi a circa 696 miliardi di euro.

L'intesa nel governo sul rapporto deficit/pil al 2,4% per i prossimi tre anni, a fronte di attese di 1,9%, ha innescato le vendite sugli asset finanziari italiani portando Piazza Affari a perdere oltre il 4,5% a metà seduta e lo spread Btp/Bund a salire oltre quota 280 punti base. Nel pomeriggio però, il ritorno dei rendimenti dei Btp a 10 anni in area 3,1% e del differenziale col Bund sotto quota 270 punti, accompagnato dalla risalita di Wall Street e dalla nuova corsa dei prezzi del petrolio, hanno contribuito a ridurre il passivo del Ftse Mib al 3,72%. La caduta di Milano si colloca al dodicesimo posto tra le peggiori performance del listino dal 2014. In forte caduta le banche (-9,4% Banco Bpm, -8,4% Intesa Sanpaolo, -8,3% Bper, -7,8% Ubi e -6,7% Unicredit).

Adesso i principali mercati dell'Unione europea si aspettano un giudizio netto da parte dei tecnici di Bruxelles che, nei giorni scorsi, avevano apertamente auspicato un rapporto tra deficit e pil sotto il 2%. "Non abbiamo alcun interesse ad aprire una crisi tra l'Italia e la Commissione, ma non abbiamo neanche interesse a che l'Italia non riduca il suo debito pubblico, che rimane esplosivo", ha subito messo in chiaro il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, avvertendo che "rilanciare quando c'è un debito molto alto, finisce per ritorcersi contro chi lo fa".

Anche se è stato scongiurato lo scenario peggiore, ossia quello delle dimissioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, gli investitori sono preoccupati per i numeri contenuti nel Def. Tanto più che la manovra finanziaria dovrà passare anche dal vaglio delle agenzie di rating con i giudizi di Standard & Poor's e Moody's previsti a ottobre.

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