Mediobanca e Rcs: le Coop tra i grandi soci

Una volta preso possesso di «casa Ligresti», le cooperative di Unipol sfrattano la famiglia siciliana dai salotti della finanza che conta. A seguito dell'aumento di capitale da 400 milioni che ha consegnato a Bologna l'80,9% di Premafin, le quote in Mediobanca (3,87%), Rcs (5,46%), Pirelli (4,48%) e Generali (1% circa) fanno capo in ultima istanza a Finsoe. Stessa sorte per il 4,18% di Gemina. In base agli impegni presi con l'Antitrust, i legami con Piazza Cuccia e Trieste dovranno però essere sciolti.
Gli occhi del mercato restano intanto puntati sull'esito del doppio aumento di capitale che termina lunedì. La sensazione tra gli investitori è che una buona dose dei 2,2 miliardi richiesti al mercato da Unipol e Fonsai rimarranno sui vassoi di Mediobanca e delle altre banche del consorzio. Il timore è basato sull'andamento registrato dai diritti e sul fatto che quella appena trascorsa è stata forse la settimana in cui era più difficile fare accettare il «rischio Italia» ai grandi investitori esteri. Gli occhi sono puntati su Unipol perché - è il ragionamento degli analisti - sebbene il prezzo sia a forte sconto rispetto ai multipli dei concorrenti internazionali (in media 5,5 volte gli utili attesi nel 2015), per chi vuole scommettere sul nuovo big delle polizze è più naturale diventare azionisti di Fonsai. Che ieri in Borsa è però collassata (-58,82% a 1,40 euro) tra scambi elevati. Il valore rimane superiore al prezzo implicito dell'aumento di capitale (1 euro) e quindi è possibile che lunedì siano scaricate sul mercato altre azioni da parte di quanti hanno giocato sui diritti. Giù anche Unipol che ha ceduto il 10,74% a 2,32 euro. Per analizzare la situazione l'ad Carlo Cimbri ha fatto visita in Mediobanca, dove è poi sopraggiunto il direttore generale di Fonsai Piergiorgio Peluso.
Consob ha poi aumentato il pressing sul giallo della lettera manoscritta, intercettata dalla Procura, contentente la supposta buonuscita da oltre 40 milioni che Ligresti avrebbe contrattato con Alberto Nagel. In attesa di ricevere l'incartamento dal Tribunale, la Commissione sta battendo le piste internazionali che già hanno permesso di intercettare le quote Premafin occultate nei trust caraibici. E ha chiesto ai protagonisti di uscire allo scoperto.

Mediobanca ha così messo nero su bianco di non aver stipulato alcun accordo con i Ligresti, precisando che gli unici impegni riguardano la ristrutturazione del debito Premafin e il consorzio di garanzia per le ricapitalizzazioni di Unipol e Fonsai. Anche Bologna si è detta del tutto all'oscuro dell'eventuale intesa reclamata da Ligresti, seguita infine dalla stessa Premafin.

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