È da tempo che circola l'ipotesi di un aumento di capitale di Rcs allo scopo di ridurre da un lato l'indebitamento, salito a 1 miliardo di euro a metà 2012, e dall'altro rafforzare la struttura del capitale dopo che il patrimonio netto della capogruppo è sceso da 717 a 336 milioni a causa delle svalutazioni della controllata spagnola Unidad Editorial. L'eventuale ricapitalizzazione è ritenuta da alcuni la sola strada a disposizione del gruppo editoriale, e vedrebbe tra i favorevoli due soci di spicco, come Giuseppe Rotelli (col 16,5%) e Diego Della Valle (5,5%), però entrambi fuori dal patto di sindacato; altri, al contrario, hanno sostenuto che un'operazione da 400 milioni di euro (ammontare rilanciato in questi giorni dalla stampa), essendo praticamente equivalente al valore borsistico del titolo, avrebbe un impatto molto diluito.
Adesso, tuttavia, scende in campo anche un peso massimo come Mediobanca, che del gruppo che edita il Corriere della Sera possiede il 14,2%. Un parere dunque autorevole, da non sottovalutare in vista dell'assemblea del prossimo 16 ottobre, quando si riunirà l'assemblea straordinaria per ricostituire il capitale. La linea di Piazzetta Cuccia, espressa in un report dei suoi analisti, è presto detta: l'aumento non costituisce l'unica alternativa per il rilancio di Rcs. Meglio sarebbe invece puntare su tre operazioni di valorizzazione di asset che, se realizzate, abbatterebbero il debito di quasi 450 milioni. Come ultima opzione, si potrebbe anche procedere alla ricerca di «un partner industriale internazionale» per il gruppo.
L'analisi di Mediobanca parte dal presupposto che, nonostante la prossima vendita di Flammarion, «la nuova svalutazione delle attività spagnole mette ulteriore pressione sul bilancio del gruppo». Dunque, Rcs «ha sempre più bisogno» di rafforzare la sua solidità patrimoniale. Tuttavia «non pensiamo che un aumento di capitale» sia una strada obbligata in quanto «altre strade che permetterebbero al management di ridurre significativamente il debito».
La prima è quella di «cristallizzare il valore» della storica sede di via Solferino, valutata «in modo conservativo» circa 210 milioni. La seconda consiste nell'«esplorare l'opzione di un partner di minoranza» per Unidad Editorial: dalla vendita di una quota del 40%, «Rcs potrebbe incassare almeno 170 milioni. Infine si potrebbe cedere Dada, che se venduta a 4,35 euro ad azione, porterebbe a una riduzione del debito di 64 milioni. Complessivamente le misure valgono poco meno di 450 milioni di euro, poco più del valore dell'ipotetico aumento.
C'è infine una quarta ipotesi che Mediobanca lascia per ultima, quasi fosse un'extrema ratio: «In aggiunta - si legge nel report - crediamo che il management possa esplorare l'opzione di aprire il capitale a un partner industriale internazionale».
RP
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