Un altro tassello del mosaico che nel 2018 porterà al completamento del piano di rilancio di Fca sta per essere sistemato. Dopo Cassino, grazie all'Alfa Romeo Giulia, anche Mirafiori, lo storico stabilimento Fiat di Torino, sta per incamminarsi verso una nuova vita.
Il miliardo di euro che l'amministratore delegato Sergio Marchionne vi ha destinato ha come primo obiettivo la produzione del Suv di Maserati, quel Levante grazie al quale, insieme agli altri modelli (Quattroporte, Ghibli e le novità previste) il Tridente raggiungerà, nel 2018, oltre 70mila unità. «Prima di quell'anno - così tempo fa Marchionne - tutti i lavoratori dello stabilimento di Mirafiori (circa 2.500, ndr ) rientreranno dalla cassa integrazione». «E in questo momento - spiega Harald Wester, l'ingegnere tedesco che guida Maserati e Alfa Romeo - la fabbrica si sta avviando: stiamo realizzando le vetture cosiddette di verifica dei processi. Mi aspetto il via alla produzione di Levante tra 6-7 mesi».
Ingegnere, quali saranno i principali avversari di Levante?
«In giro ci sono molti modelli del genere e altri in arrivo, come quelli di Jaguar e Bentley. Non sbaglia, comunque, se dice che il riferimento si chiama Porsche Cayenne».
L'attesa a Mirafiori?
«Sono tutti motivati. Quello che è stato fatto a Grugliasco, dove produciamo Ghibli e Quattroporte, viene trasferito come insegnamento alla vicina Mirafiori. Levante ha un forte potenziale e mi aspetto che superi nelle vendite Ghibli. E, quando raggiungerà via via gli obiettivi, un bel numero di persone rientreranno dalla cassa integrazione».
Quali saranno i mercati principali per Levante?
«Gli Usa per il 40%, quindi la Cina. Ma prevedo un discreto successo anche in Europa. In Italia il marchio Maserati cresce del 12% e in alcuni mercati europei anche del 20%. E questo nonostante la gamma di modelli non sia ancora completa rispetto ai concorrenti».
Lo sviluppo della motorizzazione ibrida, una novità per Fiat Chrysler Automobiles.
«Avremo il cosiddetto plug-in hybrid. Tutta la gamma ne sarà interessata».
Lei - tedesco - quando ha presentato l'Alfa Romeo Giulia, non si è fatto problemi a descrivere i prodotti del suo Paese come «noiosi». Reazioni?
«In Germania amano riflettere, ma non scendono in polemica. Sono capaci di distaccarsi. E poi, i miei sono fatti...».
Però faranno di tutto per trovare qualcosa che non va.
«Una top di gamma prevede fino a 100 centraline e 100 milioni di codici software . È pura illusione pensare a oggetti senza difetti. I livelli di complessità sono altissimi. Giulia, stia certo, sarà assolutamente competitiva come qualità».
E la «Squadra puzzola»? Gli 800 super tecnici che hanno lavorato al «rinascimento» di Alfa Romeo?
«Non sarà sciolta. Diventerà un'entità fissa e crescerà ancora. Il team sarà spostato in un nuovo sito, sempre a Modena. Meritano un 10 e lode».
Le vetrine di Giulia e Levante?
«Il Salone di Francoforte, in settembre, per Giulia; Detroit, in gennaio, per il Suv».
E ora?
«Senza passione e senza cuore non si va da nessuna parte. C'è tanto da fare. Dopo Giulia, Alfa Romeo avrà altri sette modelli. E poi Maserati, con Alfieri e le nuove Granturismo».
La collaborazione di Maserati con Ermenegildo Zegna per gli allestimenti interni?
«Continua, ed è iniziata dopo l'ingresso di Gildo nel nuovo cda di Fca. Le famiglie Zegna e Agnelli si conoscono da sempre».
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