Ntv in crisi, guai per il gruppo di Della Valle e Montezemolo

Un decreto del ministro dello Sviluppo rischia di dare il colpo di grazia alla società. 300 dipendenti a rischio mobilità

Ntv in crisi, guai per il gruppo di Della Valle e Montezemolo

In Italia la concorrenza non viaggia su rotaie. La guerra scoppiata nel 2006 per l'alta velocità tra Rfi e Ntv, società dei treni Italo, sembra avvicinarsi a un epilogo. Nonostante l'aumento da due a circa sei milioni di passeggeri nell'ultimo biennio e del fatturato, potrebbe arrivare a breve l'annuncio della messa in mobilità di 300 dei mille dipendenti complessivi della società di Montezemolo e Della Valle.

Con un totale di debiti stimato in 781 milioni di euro, la società ha tenuto duro in attesa della sentenza dell'Antitrust in merito alla politica di prezzi stracciati messa in atto da Trenitalia per contrastare l'unico concorrente della sua storia. Il colpo di grazia, però, non è arrivato dalla concorrenza, ma dalla politica.

Con una semplice firma, il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha stabilito la fine dal 2015 di un regime di prezzi agevolati per il consumo di energia elettrica che si protrae dal 1963, come risarcimento per l'esproprio delle centrali elettriche della fu Trenitalia a favore dell'Enel. L'erogazione a prezzi di mercato dell'energia elettrica andrà a colpire soprattutto le tratte ad alta velocità con un aumento stimato per Ntv di 15-20 milioni di euro l'anno, da sommare ai 120 milioni che già sborsa per l'accesso alla rete.

Nonostante i ripetuti appelli della dirigenza della società, il ministro Guidi sembra inamovibile sulla sua decisione.

Una decisione che rischia di mandare a casa nell'mmediato 300 lavoratori e mette a rischio le prospettive di altri 1700 tra assunti direttamente e impiegati nell'indotto. Con buona pace dello spettro del libero mercato in un settore da sempre drogato da un sistema di monopolio forzato.

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