Nuovo fallimento di Letta: il debito pubblico sale ancora

Siamo a quota 2.085,321 miliardi. Da inizio anno è incrementato di quasi di 96 miliardi

Di discorsi se ne fanno tanti. E l'elenco delle buone intenzioni, così come quello delle promesse del governo è lunghissimo. I numeri, però, parlano di una crisi economica che continua a soffocare il Paese. E una situazione, per quanto riguarda i conti pubblici, tuttaltro che rosea. Il supplemento al bollettino statistico di Bankitalia registra un nuovo record per il debito pubblico italiano: a ottobre sale a 2.085,321 miliardi, in aumento rispetto ai 2.068,722 registrati a settembre. Da inizio anno l'incremento è di quasi di 96 miliardi. L'indebitamento che grava su ciascun cittadino italiano, neonati compresi, continua inesorabilmente a salire, mese dopo mese. Non si registrano segnali di sia pur timida inversione di rotta. Ci sono promesse, questo sì. Ma di fatti per ora zero.

Cosa comporta avere un debito pubblico alle stelle? Ormai lo sanno tutti: spesa enorme per pagare gli interessi. Se solo guardiamo ai dati del 2012 l'Italia ha destinato il 5,5% del Pil a coprire gli interessi. La percentuale più alta di tutti i paesi della zona Euro, dove in media la percentuale è ferma al 3,1%. Aumentano gli investitori stranieri: questo è un segnale di rinnovata fiducia nel nostro Paese. Ma vuol dire anche che dipendiamo sempre più dall'estero. Il Giappone, che ha un debito molto più alto del nostro, ha il "vantaggio" di averlo tutto in mano ai propri cittadini. Tra l'altro la Banca del Giappone manterrà la sua politica monetaria espansiva (perché non ha i nostri vincoli Ue) finché l’inflazione non si stabilizzerà intorno all’obiettivo programmato (2%).

Il Bollettino della Banca d'Italia evidenzia che il Fisco ha incassato 1,442 miliardi in meno nei primi 10 mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Anche questo, evidentemente, è un segnale della forte crisi. Il gettito relativo al periodo gennaio-ottobre 2013 si è attestato a 307,8 miliardi, contro i 309,3 miliardi dello stesso periodo del 2012 (-0,46%). Numeri assai poco rassicuranti.

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