Una manovra correttiva danneggerebbe l'economia italiana su cui pesa già l'onere del terremoto che supera il miliardo di euro nel 2017. Per questo le misure, che il governo Gentiloni intende mettere in campo per ridurre lo scostamento dall'obiettivo di medio termine, saranno orientate alla crescita e basate sostanzialmente su tagli di spesa e aumenti di entrate, anche sul versante della lotta all'evasione. La lettera, in risposta alla richiesta di una correzione dei conti pari allo 0,2% del pil, ovvero circa 3,4 miliardi, accompagnata da un dettagliato rapporto sui fattori rilevanti che incidono sulla dinamica del debito, non ha accontentato la Commissione europea. Tanto che a Bruxelles già si inizia a parlare di procedura di infrazione.
La lettera inviata il 17 gennaio a Roma conteneva la richiesta di risposte dettagliate e di un calendario preciso. La risposta del governo italiano, però, prevede impegni generici di riduzione del deficit. Non è quindi quanto ci si aspettava negli uffici dell'esecutivo comunitario. "Abbiamo ricevuto la lettera, assieme al rapporto sui fattori rilevanti sull'andamento del debito, e ora valuteremo i due documenti", ha detto una portavoce della Commissione europea, senza voler commentare i contenuti della risposta del governo italiano alla richiesta di una manovra correttiva di almeno lo 0,2% del pil."L'ipotesi di una possibile procedura d'infrazione sarebbe estremamente allarmante", ha sbottato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rispondendo al question time al Senato. "Questa procedura - ha poi aggiunto - comporterebbe una riduzione di sovranità sulle scelte di politica economica e pesanti costi a seguito del probabile aumento dei tassi di interesse".
La road map di Padoan si dipana tra l'approvazione del Def e la minaccia delle elezioni anticipate. "Le misure saranno adottate al più tardi a fine aprile - spiega - ma lo stiamo valutando anche prima di quella scadenza". La manovra da 3,4 miliardi sarà fatta per 2,5 miliardi di tasse. La lettera specifica, infatti, che il governo intende recuperare lo 0,2% di deficit extra fatto dal precedente governo con tagli della spesa per un quarto dell'importo. Poi con nuove entrate per i restanti tre quarti. Oltre alla lotta all'evasione, quindi, si profilano anche interventi sulle accise e sull'Iva. Negli uffici della Commissione, però, si guardano anche le cifre e gli impegni che erano stati assunti negli scorsi mesi da Padoan. A forza di richieste di flessibilità da parte del governo e concessioni fatte dalla Commissione per ragioni politiche, il deficit sta lievitando al 2,4% di pil contro l'1,4% che l'Italia avrebbe dovuto realizzare quest'anno per essere perfettamente in linea con il Patto. Di fatto sarebbero altri 16 miliardi di flessibilità da chiedere nel 2017, che si sommerebbero ai 16 miliardi già ottenuti nel 2016.
Alla Commissione c'è chi si azzarda a evocare una clausola di flessibilità "referendum Renzi" oltre a quelle per riforme, investimenti, migranti e terremoto, per spiegare quanto le regole siano state portate al limite pur di
evitare imbarazzi al governo italiano. I tecnici della Commissione Ue ora si metteranno al lavoro per "far confluire la lettera di Padoan nelle previsioni economiche" che saranno pubblicate il 13 febbraio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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