Pensioni, il 25% in meno con quota 100. E arrivano i tagli sugli assegni

Il governo prepara la riforma previdenziale. Si andrà via prima: ecco quanto si perde. I tagli: stop alle rivalutazioni

Pensioni, il 25% in meno con quota 100. E arrivano i tagli sugli assegni

Quota 100 è alle porte. Il governo di fatto non arretra e inserirà nella manovra il superamento della Fornero. Ma sul nuovo sistema previdenziale serve un'analisi accurata delle eventuali penalizzazioni sull'assegno che di fatto potrebbe essere più basso con una uscita a 62 anni e 38 anni di contributi. La norma inserita nella Nadef di fatto è stata messa nel mirino prima dell'Ue, poi dal Fondo Monetario Internazionale e anche dall'Inps. La voce più critica è stata proprio quello lanciato da Boeri che ha ipotizzato un buco di 100 miliardi con l'avvia delle riforma. Sulle tempistiche per il semaforo verde alle uscite a 62 anni molto probabilmente bisognerà attendere aprile. Nel Def sono stati stanziati 7 miliardi, per far partire la riforma da gennaio invece servirebbero altri 600 milioni. Fin qui i fatti.

Quanto si perde con quota 100

Ma secondo un'analisi di Progetica su Corriere Economia chi ad esempio ha iniziato a lavorare tra i 22 e i 26 anni potrà andare via a 62 ma subirà una penalizzazione sull'assegno del 25 per cento. Infatti questo meccanismo potrebbe di fatto dare una sforbiciata consistente all'assegno perché di fatto si lascerebbe il lavoro con circa 4-5 anni di anticipo ripsetto all'età attualmente fissata dai paletti della Fornero. L'unica possibilità per integrare l'assegno è una pensione parallela privata che di fatto possa auemntare l'assegno al termine della carriera lavorativa. Ma sul fronte pensioni non c'è solo la questione quota 100. C'è un altro fronte ben più spinoso.

I tagli sulle pensioni

Stiamo parlando dei tagli agli assegni alti che potrebbero arrivare già in tempi brevi con un decreto. La mossa del governo, sponda grillina, servirebbe a finanziare l'aumnto delle pensioni minime portandole a 780 euro. I Cinque Stelle sperano di ricavare circ a1 miliardo dalle sforbiciate ma i conti non tornano. Secondo l'Inps ricaveranno 150milioni. La prima stima dei pentastellati invece ammontava a 500 milioni. Nel mezzo l'ultimo calcolo di Di Maio che addirittura alza l'asticella a un miliardo. Ed è qui che si gioca la partita più dura. Per ottenere quella cifra dalle sforbiciate le strade da percorrere sono due. La prima porta ad un allargamento della platea interessata dai tagli con prelievi anche sugli assegni da 3500 euro in su. L'altra strada invece porta al bolocco delle perequazioni, ovvero ad uno stop dell'adeguamento dell'assegno al costo della vita. Ed è stato proprio Di Maio a parlare di un "raffreddamento" degli assegni alti sul fronte delle rivalutazioni. Un'altra mazzata che riguarda i pensionati che subiranno già il taglio della pensione. Per loro Di Maio sta dunque preparando una doppia penalizzazione: sforbiciata e blocco della rivalutazione. Infine nel quadro delle pensioni di fatto ci sarà anche una novità che riguarda il riscatto degli anni di laurea.

Uno schema che permetterebbe un'uscita a quota 100 proprio grazie ad un riscatto agevolato degli anni di studio. Una ipotesi questa su cui il governo sta ragionando ma che molto probabilmente potrebbe entrare nel pacchetto previdenziale.

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