Niente ribalzo, niente ripresa. Anzi, è ancora sprofondo rosso. Dopo un timido tentativo di rimbalzo dell'avvio sono apparsi i segni meno davanti ai tutti i listini dell'Eurozona preoccupati dal deteriorarsi della situazione economica del Vecchio Continente e dal riemergere delle tensioni sulla Grecia. Si tratta dell’ottavo calo consecutivo, la serie negativa più lunga dal 2003.
I timori sull'economia del Vecchio Continente, sempre più in affanno e l’aspirazione della Grecia ad uscire in anticipo dal piano di aiuti della Troika, continuano a spaventare i mercati mentre gli spread dei Paesi periferici sono sotto pressione e il decennale della Grecia supera l’8% di rendimento. Timori che scatenano preoccupanti fenomeni di panic selling portando le Borse ai minimi da tredici mesi a questa parte. Ai timori sulla Grecia si è poi aggiunto il flop dell’asta spagnola. Madrid ha, infatti, collocato solo 3,2 miliardi di euro di bond, sotto il previsto top del target da 3,5 miliardi di euro. A eccezione di Francoforte, che chiude in rialzo dello 0,13% con l’indice Dax a 8.582,90 punti, le principali piazze europee chiudono in negativo scongiurando un tracollo analogo a ieri solo grazie al recupero di Wall Street. Il Cac 40 di Parigi cede lo 0,54% a 3.918,62 punti, l’Ftse 100 di Londra perde lo 0,25% a 6.195,91 punti. Ribassi maggiori a Madrid, dove l'Ibex ha perso l'1,45% attestandosi a 9.696,1 punti, Atene (-2,43%) e Lisbona (-3,21%).
Piazza Affari va sempre più giù e, affossata dal comparto bancario, scende ai minimi da settembre 2013. In tarda mattinata il Ftse Mib è arrivato a sfiorare il -4%, cedendo il 3,63% a 17.640 punti, per poi ripiegare in chiusura a -1,21% a quota 18.083 punti. Tornano le vendite sulle banche e sui titoli maggiormente esposti ai tassi d’interesse con lo spread decennale tra i Btp e i Bund tedeschi che balza oltre i 200 punti base arrivando a toccare i 202,60 punti e attestandosi ai massimi dallo scorso febbraio. Già ieri, il differenziale di rendimento tra decennale italiano e tedesco si era allargato di oltre 20 punti base contribuendo ai forti ribassi del settore bancario. Il rendimento si attesta al 2,75%.
Le vendite hanno bersagliato soprattutto i bancari, con una raffica di sospensioni anche per i big del settore. Il Monte dei Paschi di Siena, con un -8,72%, è risultata la peggior blue chips della giornata, sui timori legati agli stress test della Bce. Tra gli altri, Unicredit -3,03%, Intesa Sanpaolo -1,13%, Mediobanca -0,7%, Bpm -4,86%, Ubi Banca -3,21%. Nel risparmio gestito Azimut -3,87%, per gli assicurativi Generali -1,53%. Contrastati gli energetici (Eni -0,88%, Enel -1,93%, Saipem +2,31%) e il lusso con Tod’s che è rimbalzata del 3,27%, Ferragamo -0,65% e Luxottica che ha chiuso a +0,28%.
In evidenza alcuni dei principali industriali: Finmeccanica +1,74%, Pirelli +1,01%, CnhI +3,69%, Fca +0,29%. Giù Telecom Italia che ha chiuso con un -4,01% a quota 0,7670 euro per azione, con un minimo toccato in mattinata a 0,7365 euro, vicino agli 0,70 registrati a inizio anno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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