Piazza Affari a quota 24mila: la soglia proibita da 10 anni

La Borsa è tornata al livello di prima della grande crisi, ma tutte le volte che ci arriva poi crolla. Ora sarà diverso?

Piazza Affari a quota 24mila: la soglia proibita da 10 anni

Piazza Affari galoppa e arriva ai 24mila punti dell'indice Ftse Mib: una soglia che non si riesce a superare stabilmente da ben 10 anni. Dai tempi del fallimento di Lehman Brothers e dall'inizio della crisi, per intenderci. Da allora, tutte le volte che l'indice è risalito, sul tetto dei 24mila è stato ricacciato indietro. Ora che succederà?

Dda inizio anno Milano ha messo a segno la migliore performance europea grazie a un rialzo del 10% (solamente ad aprile ha guadagnato il 6,5%), rispetto ad esempio al +3,2% di Parigi, al -2% di Francoforte e al -2,4 per cento. Londra. Tutto questo mentre a Roma da quasi 60 giorni si cerca di comporre un governo. Ma, per alcuni esperti, è addirittura meglio così. «Finché non si avrà un quadro sui nomi che condurranno la politica economica italiana per i prossimi quattro anni, il mercato non sembra porsi alcun problema» commenta un banchiere che preferisce conservare l'anonimato.

Più in dettaglio, il Ftse Mib, l'indice più rappresentativo di Piazza Affari, ha superato i 24mila punti martedì 24 aprile, nonostante il giorno prima ci sia stato uno stacco di cedole per 2 miliardi circa, e poi ancora giovedì 26 aprile, prima poi della leggera correzione che ha portato il listino a chiudere la settimana a 23.912 punti. Certo sono ancora lontani i massimi storici toccati da Piazza Affari nel maggio del 2007 con l'indice a 44.364 punti, ma anche i minimi di marzo 2009 con il Ftse Mib collassato a 12.332 punti.

«I 24mila punti sono un livello di resistenza piuttosto forte, i massimi da settembre 2008. Ci siamo arrivati nell'autunno 2009, nella primavera 2015 e nel gennaio scorso, ma senza mai sfondarlo. Per questo il superamento della soglia potrebbe aprire a una galoppata verso almeno i 26mila punti, trainata da bancari e petroliferi» spiega Vincenzo Longo di IG che si dice piuttosto fiducioso che un simile livello sia raggiunto entro maggio. Lo strategist mette in guardia contro una eventuale «mancata rottura» della soglia perché «sarebbe percepita come l'ennesimo tentativo andato a vuoto e aprirebbe la strada a una correzione verso due supporti importanti: il primo a 22.000 punti e il secondo a 20.500». «Sono convinto che il listino italiano continuerà a performare meglio degli altri indici europei almeno fino a quando non ci sarà un governo» sostiene in merito Lorenzo Batacchi, portfolio manager di Bper Banca e socio AssiomForex che tuttavia pone l'attenzione a due fronti: la prossima stagione di trimestrali con un occhio in particolare a Intesa Sanpaolo, Unicredit, Eni ed Enel che da soli valgono il 40% circa del listino italiano e i livelli dell'euro-dollaro. «Un ulteriore indebolimento della moneta unica potrebbe essere favorevole per l'indice tedesco Dax, che così chiuderebbe il gap (la distanza ndr) formatosi quest'anno con il FtseMib» spiega Batacchi.

L'incombere di maggio, «mese tendenzialmente ribassista per le Borse», e la stagione dei dividendi (il prossimo d-day è il 21 maggio), fa invece pensare a Stefano Gianti di SwissQuote a una prossima pausa di riflessione. Ma, passato «il probabile storno», Gianti si dice convinto «che per il Ftse Mib questa possa essere davvero la volta buona per ristabilirsi sopra quota 24mila punti».

Occorre solo pazientare qualche settimana, ma per il gestore di SwissQuote questa volta il copione sarà diverso, grazie allo stato di salute del nostro listino superiore a quello di altre Piazze europee e alla politica accomodante della Bce confermato, ancora una volta, giovedì scorso dal

governatore Mario Draghi. In questo scenario, a giudizio di Gianti, il maggiore fattore di rischio è determinato da un eventuale riacuirsi delle tensioni geopolitiche e non da improvvisi rallentamenti della congiuntura economica.

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