Reddito degli italiani al livello di 27 anni fa. 100mila imprese in meno nel 2012

Allarme di Rete Imprese Italia: il reddito disponibile reale pro capite è sceso a 16.955 euro contro i 17.337 euro del 2012. Sangalli: "Il 28 gennaio mobilitazione nazionale"

Reddito degli italiani al livello di 27 anni fa. 100mila imprese in meno nel 2012

Molti sostengono che elencare i dati negativi dell'economia serva a poco. Anzi, non faccia che peggiorare la situazione. Ma è importante avere in mente qual è la situazione reale del Paese, anche perché nascondere i problemi sotto al tappeto non è mai servito a risolverli. Il reddito disponibile reale pro capite nel 2012 è calato del 4,8% collocandosi a quota 17.337 euro: il dato emerge da un’analisi di Rete Imprese Italia, che prevede un ulteriore calo, a 16.955 euro, nel 2013. Questa previsione, ha spiegato Mariano Bella, determina su questo fronte "un salto indietro al 1986". Siamo tornati, dunque, al livello di 27 anni fa. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il dato era a 19.515 euro: la diminuzione, quindi, è stata superiore a 2.500 euro.

Conseguentemente si registra una caduta dei consumi, con una flessione reale pro-capite del 4,4% e un reddito disponibile reale pro-capite sceso del 4,8% rispetto al 2011. I consumi reali pro-capite 2012 ammontano a 15.920 euro a fronte di 16.654 euro del 2011. Per ritrovare un dato analogo bisogna tornare al 1998 quando i consumi reali
pro-capite erano di 15.753 euro. Nel 2013 i consumi reali caleranno ancora dell’1,4% e scenderanno ai livelli di 15 anni fa, attestandosi a 15.695 euro a testa.

La pressione fiscale effettiva salirà nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% di quella apparente. Nel 2012 la pressione fiscale per i cittadini in regola con il fisco è stata pari al 55,2%.

Un altro dato decisamente negativo: nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso oltre 216mila imprese artigiane e di servizi. Le iscrizioni ammontano invece a poco meno di 150mila (147mila) per un saldo negativo, tra "mortalità" e "natalità", pari a 70mila unità. Secondo le stime dell’associazione, nei dodici mesi sono circa 100mila le imprese in meno.
"Nel 2012 - evidenzia Carlo Sangalli, presidente di turno di Rete Imprese Italia - in italia ha chiuso un’impresa al minuto". Sangalli sottolineaa la portata di "una crisi che si è abbattuta soprattutto su quell’Italia produttiva dell’economia dei servizi di mercato, del terziario, dell’artigianato e dell’impresa diffusa che, vivendo prevalentemente di domanda interno, sta pagando il conto più salato".

Sangalli non nega a Monti di aver messo in sicurezza i conti pubblici. Bisogna "rafforzare la fiducia nei confronti della capacità dell’Italia di onorare il proprio debito pubblico", ma "lo si è fatto al prezzo salatissimo di un’impennata fiscale complessiva e di pesanti effetti recessivi". Poi lancia un appello al nuovo governo: "Chiediamo di riaprire una nuova stagione di dialogo che metta al centro della politica economica della prossima legislatura, chiunque governi, le istanze di questo sistema di imprese. Chiediamo di essere ascoltati". E indica le emergenze del Paese: fisco, credito e burocrazia. "Sono i tre grandi problemi delle imprese che bisogna aggredire e risolvere".

"Il crollo dei consumi deve diventare la priorità del prossimo Governo", si legge in una nota del Codacons a commento dei dati di Rete imprese Italia. "Per uscire da questa situazione", sottolinea l’organzizzazione dei consumatori, "occorrono due cose: modificare il sistema della tassazione in modo che, a parità di gettito, sia rispettato l’articolo 53 della Costituzione, ossia il criterio della capacità contributiva e, quindi, sia ad esempio scongiurato l’aumento dell’Iva di luglio, imposta proporzionale. Ad esempio si potrebbe raddoppiare la Tobin tax ed estendere il contributo di solidarietà ai redditi superiori ai 90.000 euro, invece degli attuali 300.000".

Istat: sei famiglie su dieci hanno un reddito sotto quello medio

Secondo il rapporto Noi Italia dell'Istat sei famiglie su dieci vivono con un reddito inferiore a quello medio. Nel 2010 il 57% delle famiglie ha vissuto con una media di 2.482 euro al mese, per un totale di 29.786 euro all'anno.

Il dato più negativo in Sicilia, dove la percentuale è del 28,6% in meno rispetto al dato nazionale.

Le cose vanno male anche sul fronte del lavoro. Sei italiani su dieci hanno un lavoro, ma i giovani faticano. E uno su tre è disoccupato.

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